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Rettrice PoliMi, la nostra arma è l'internazionalizzazione

Rettrice PoliMi, la nostra arma è l'internazionalizzazione

Politecnico è la migliore università italiana

MILANO, 06 giugno 2024, 13:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

E' l'internazionalizzazione la carta vincente del Politecnico di Milano che è risultata la migliore università italiana, 110ma fra 1053 atenei di tutto il mondo, secondo il QS World University Rankings 2025 dove rispetto allo scorso anno ha scalato 12 posizioni. La rettrice Donatella Sciuto ha sottolineato con l'ANSA come proprio l'internazionalizzazione abbia permesso da un lato di ottenere un ottimo posto per la reputazione accademica, dove il Politecnico è al novantesimo posto (ha scalato quattro posizioni) e ancora di più per la reputazione fra i datori di lavoro, dove si classifica all'82mo posto, con uno scatto di 17 posizioni.
    Progressi dovuti "al fatto di essere più conosciuto all'estero. Credo sia aumentata la nostra attenzione nel far conoscere a livello internazionale la qualità dei nostri docenti e studenti" ha spiegato.
    "Per la reputazione accademica è importante la collaborazione internazionale. La ricerca in molti casi richiede tanti ricercatori da tutto il mondo e noi collaboriamo con tutti" ha osservato, e questo anche in momenti come questi di guerra, dove arrivano richieste di boicottare ad esempio gli atenei israeliani, con cui comunque il Politecnico non ha molti legami.
    "Israele è il caso di adesso ma prima c'era la Russia: io farei una distinzione tra i ricercatori e i governi". ha aggiunto.
    E anche nel gradimento dei datori di lavoro, l'internazionalizzazione ha un peso. "Abbiamo lavorato tanto per adeguare i nostri percorsi formativi a un mondo che cambia" ha detto Sciuto. E questo è stato riconosciuto. "Inoltre in questo momento mancano ingegneri e quindi i nostri studenti hanno la possibilità di scegliere le aziende che sono a loro più congegnali" ha ammesso. Fattore che si abbina al fatto che "ci sono tanti studenti che vanno a lavorare all'estero", e non solo gli ottomila stranieri, su un totale di 48 mila iscritti, che frequentano il Politecnico.
    "Possiamo fare ancora meglio, ma l'internazionalizzazione è un percorso avviato che non ha ritorno. Anche dal punto di vista dei docenti - ha concluso - stiamo cercando di far arrivare docenti dall'estero pur nella difficoltà per gli stipendi che non sono particolarmente significativi".
   

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