Siglato un accordo tra la Guardia
di finanza e l'Azienda regionale per il diritto allo studio
universitario della Toscana per contrastare gli assegnatari dei
benefici erogati a titolo gratuito che in fase di presentazione
di istanza ai servizi hanno fornito documentazione falsa e non
rispondente al reale stato economico e patrimoniale. L'Azienda
Dsu, si afferma, ha riscontrato che negli ultimi anni su un
campione oscillante fra il 25% e il 35% dei vincitori di borsa
di studio e posto alloggio, una media di oltre 300 dichiarazioni
sostitutive uniche presentavano difformità che hanno dato adito
alla decadenza dai benefici o alla rimodulati degli stessi.
L'iniziativa viene promossa in Toscana a seguito del
protocollo d'intesa siglato a giugno a Roma fra il ministero
dell'Università e la Guardia di finanza con il coinvolgimento
dell'Associazione nazionale degli enti per il diritto allo
studio universitario (Andisu) che ha poi chiesto "a tutti gli
associati di estendere la convenzione nei territori di
riferimento, per combattere condotte lesive degli interessi
economici e finanziari pubblici connessi alle misure di
sostegno". Grazie alla collaborazione fra Guardia di finanza
della Toscana e il Dsu Toscana è stato firmato oggi dal
comandante regionale delle Fiamme gialle Giuseppe Magliocco e
dal presidente dell'Azienda regionale per il diritto allo studio
universitario Marco Del Medico l'atto finalizzato a prevenire e
verificare eventuali frodi "compiute dai destinatari di borsa di
studio, posto alloggio e le altre provvidenze che pur avendo
dichiarato di trovarsi in condizioni economiche poco favorevoli,
risultano da accertamenti non essere effettivamente in possesso
dei requisiti previsti dal bando per l'assegnazione degli aiuti.
L'esigenza di rafforzare i rapporti con la Guardia di finanza in
tema di controlli delle risorse destinate ai servizi di sostegno
allo studio universitario - si spiega - è emersa proprio dalla
necessità di essere più tempestivi e puntuali nell'interdire
casi di irregolarità che vanno ad acquisire indebitamente
risorse a discapito degli studenti meritevoli e privi
di mezzi".
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