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Giardino sospeso nel cortile ritrovato, il verde è magia

Giardino sospeso nel cortile ritrovato, il verde è magia

Il garden designer Benatti per Fuorisalone realizza Lost in time and place a Casa Formentini

04 aprile 2017, 23:41

Redazione ANSA

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Lost in time and place, l 'installazione di Roberto Benatti a casa Formentini a Brera per Fuorisalone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lost in time and place, l 'installazione di Roberto Benatti a casa Formentini a Brera per Fuorisalone - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lost in time and place, l 'installazione di Roberto Benatti a casa Formentini a Brera per Fuorisalone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il garden designer Roberto Benatti era alla ricerca di uno spazio in cui portare qualcosa di particolare quando si è imbattuto in un luogo magico che aveva bisogno di concludere il suo percorso di restauro e recupero: Casa Formentini, uno dei più importanti complessi storico artistici del quartiere Brera a Milano, nell’ambito del Fuorisalone 2017. E' un edificio settecentesco che si trova all’incrocio tra via Madonnina e via San Carpoforo e nell’arco di oltre duecento anni di storia ha visto tre interventi di manutenzione generale. L’ultimo, realizzato nel 2016, ha riportato l’edificio al suo originale splendore ma il cortile aveva bisogno di un intervento che restituisse armonia e bellezza. Li dal 4 al 9 aprile, si può vedere “Lost in time and place” dove il visitatore può sperimentare l’incontro con un giardino sospeso. Non un giardino pensile, ma un giardino sospeso sopra il visitatore, che potrà godere della seduta e dell’incanto di una poesia, in un incontro tra botanica ed architettura. “Il cortile dell’edificio settecentesco è il residuo medioevale di un monastero – racconta Roberto Benatti -, un luogo dove le stratificazioni del tempo sono evidenti. Ho quindi pensato che avrebbe potuto accettare solo un oggetto senza tempo. Il ferro attraversa le ere umane e ferro sia. Così perso nel tempo può essere inserito in ogni luogo!”.

Benatti ha poi inserito delle persiane come elemento di collegamento con le facciate dell’edificio, innalzato muri fittizi a sostegno difioriere sospese, archi che centrano prospettive antiche per arrivare ad un luogo di intimo relax chiuso nel cortile, ma allo stesso tempo aperto. Un luogo in cuile piante creano l’intimità tagliando il cielo e scendendo fino al suolo in una prateria ombrosa, felci e muschi conquistano l’ipogeo come reperti sotto una grande grata metallica. Sotto una piccola pergola lo sgocciolio dell’acqua sul laghetto dà l’impressione di una quieta navigazione e conduce lontano dal fragore cittadino del centro di Milano.
“Alla sera le lampade che ho disegnato – prosegue Roberto Benatti - sembreranno spargere polvere di fata sulle foglie, sul ferro e sulla pietra trasformando una poesia in una magia, mentre gli onirici “Gazzot” di Betti (pezzi unici, passerotti di grandi dimensioni realizzati a mano con una particolare malta cementizia) appollaiati nel loro nido fra le frasche faranno compagnia alle “rane volanti”, alle “chimere”e alle “zanzare” del maestro Giovanni Tamburelli, artista e poeta che realizza le sue opere in ferro”.
Ad arricchire lo spazio ci sarà anche una mostra con le fotografie di Dario Fusaro.
La scelta botanica è stata fondamentale, Benatti ama creare complessità. L’elevazione delle piante permette loro di prorompere nello spazio molto più di quando son piantate a terra: una singola Dicentra in una bassa fioriera può essere persa, ma se fiorisce all’altezza degli occhi potrà lasciare incantati e rapire il cuore. Un’ossatura sempreverde darà il ritmo all’installazione, con piante a foglia caduca dalle fioriture forti e dai volumi prorompenti, ed un tono di poesia verrà diffusa da erbacee perenni e bulbose a fioritura primaverile. L’elevazione della fioriera lascerà lo spazio fruibile quasi inalterato senza perdere l’armonia ed il benessere che le piante offrono.
Nella fioriera posizionate piante in air-pot per garantirne la longevità, evitando che perdano tempo ed energie in inutili accrescimenti radicali, riducendo gli shock termici e permettendo una estrema facilità di manutenzione.
Ogni pianta ha il suo contenitore ed un’irrigazione dedicata: in questo modo non ci sarà promiscuità tra radici e si potranno accostare specie con esigenze agronomiche completamente diverse.
In particolare, il corredo botanico si compone di una struttura di piante sempreverdi con l’utilizzo di Athyrium, Dryopteris, Buxus, Loropetalum, Carex, Hedera, Abelia, Mahonia e altre a foglia caduca quali Hydrangeaarborescens, Buddleja, Spiraea x arguta, Anemone hupehensis, Alchemilla mollis, Heucera.
Le piante saranno fornite da Brianza Vivai.

 

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