Perché per la Festa della Donna si regalano mimose? In realtà, le mimose si regalano solo in Italia. L’idea delle mimose qui da noi fu proposta da tre donne dell’UDI (Unione Donne Italiane) nel 1946, dopo la fine della guerra, perché era uno dei pochi fiori che fiorivano in quel periodo e perché costava poco. Furono Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, Teresa Noce e Teresa Mattei che in una lunga riunione decisero di adottare la mimosa come fiore simbolo da regalare nella giornata dell’8 marzo. Inizialmente il fiore scelto per festeggiare le donne, era la violetta, fiore simbolo della sinistra europea. Ma proprio le donne dell’UDI si opposero per diversi motivi: la violetta era difficile da trovare e soprattutto era molto costoso. Da qui l’idea della mimosa. Teresa Mattei, la partigiana Chicchi, orgogliosa, comunista 'eretica', scomparsa nel 2013, raccontò che la mimosa era il fiore che i partigiani erano soliti regalare alle staffette, "Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente", disse un 8 marzo di vari anni fa commuovendosi guardando le tante donne sfilare con il fiore (prima che diventasse occasione di business commerciale).
In realtà, però, già durante il Fascismo, nei luoghi di lavoro, soprattutto in fabbrica, le donne avevano cominciato a regalarsi tra loro un rametto di minosa. Veniva portato un grande ramo e chi voleva ne prendeva un pezzetto e lo regalava ad una collega, ad una amica: era un segno di sorellanza, di vicinanza, di riconoscimento, del lottare insieme per i diritti delle donne. Insieme: infatti un rametto di mimosa è composto da tanti pallini, non è mai solo. È un fiore collettivo, composto, cioè, da tante individualità, tanti pezzetti singoli che, insieme, compongono il fiore.
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