In casa da giorni, per rispettare le misure del Governo per contenere il coronavirus, con la famiglia riunita come mai PRIMA, oltre a lavorare in smart working, vedere film e serie tv, partecipare alle lezioni scolastiche on line con i professori, leggere e mantenersi in allenamento che siano esercizi dal divano, yoga sul tappeto o passeggiate in corridoio, a parte i fortunati che hanno spazi più grandi, è inevitabile dedicarsi alla cucina in maniera meno frettolosa del solito. E' il momento dell'autoproduzione, di preparare cibi con le cose che abbiamo in dispensa visto che bisogna uscire a fare la spesa per l'essenziale e sapendo di dover fare la fila. E abbiamo anche bisogno di comfort food, quel cibo di tradizione che ci coccola, che ci ricorda le nostre radici, evoca ricordi familiari felici e riunisce tutti intorno al tavolo per prepararlo, un cibo identitario, che è quello che ci vuole in questo tempo buio. Cucina, autoproduzione, comfort food sono le tendenze di queste settimane all'insegna dell' #iorestoacasa e chissà che almeno su questo aspetto non rimpiangeremo questi momenti familiari.
Aprendo la dispensa, molto spesso nelle nostre case stracolme, troviamo dei giacimenti di tesoro: è il momento di usare anche con fantasia farine, salse, barattoli. Ci sono ricette facilissime da fare con pochissimi ingredienti. Valorizzare ciò che abbiamo in casa è la cosa da fare in questi giorni. Ci possiamo far ispirare dai consigli on line è pieno di blog e siti, come Autoproduciamo di Lucia Cuffaro o Negozio Leggero. Pensate c'è una ricetta dolce (con le pasticcerie chiuse è un dramma nel dramma) per una torta o plumcake in casa con soli 4 ingredienti: farina (una qualunque della dispensa), acqua, lievito per dolci, zucchero. Fine. Niente uova, niente latte, niente burro. Facilissima. Questa ricetta si può arricchire con altre cose in casa, frutta secca, semi spezie, zenzero ecc oppure con il succo di un'arancia o un limone e aggiungerla all'impasto oppure ancora metterci un po' di cacao . Perché in questo periodo è particolarmente importante fare dolci senza latte, uova e burro? Perché bisogna ridurre il fresco all'indispensabile! Se dobbiamo uscire pochissimo e quindi siamo chiamati a fare spese che ci durino almeno una settimana, dobbiamo ragionare bene su come usiamo le risorse.
In questi giorni, anche per tirarci su dalle notizie sul diffondersi del virus e dai video sconvolgenti di terapie intensive e di cortei funebri con i mezzi dell'esercito come accaduto a Bergamo, abbiamo voglia di cibo di tradizione: il comfort food. Sono piatti cui siamo legati perchè magari li facevano i nostri nonni e che difficilmente abbiamo continuato a fare perchè è molto più facile comprarli pronti e metterli in tavola. In questi tempi invece pensare di fare in casa gnocchi, fettuccine, ravioli, pizza è qualcosa di terapeutico per l'anima innanzitutto. Oltre quelli ci sono piatti che magicamente fanno tornare indietro nel tempo, cibi che appartengono al nostro passato, che hanno fatto epoca e poi non se ne è più parlato. Un libro di Guido Tommasi Editore, Cucina Vintage, le fa tornare alla memoria con divertimento e voglia di recupero. Come il melone al porto e i tagliolini paglia e fieno degli anni '70, le penne alla vodka con pancetta vodka pomodoro e l'immancabile panna o il risotto alle fragole e champagne degli edonistici anni '80, la torta rovesciata all'ananas rigorosamente in scatola trionfo della prima cucina industriale degli anni '60 e poi tramandata per una ventina d'anni, le prugne foderate di bacon e cotte al forno che erano un classico delle feste degli anni '90 come pure la panna cotta.
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