- Undercover e Soloist entrano dalle due parti opposte della lunga navata della ex Stazione Leopolda, trasformata in passerella. Prima esce Undercover, con una 50 di outfit e poi Soloist, con circa 40 look. Ma per il finale del defilé con il monolite di 2001 Odissea nello spazio, riferimento centrale della collezione, che fa da sfondo, i due designer giapponesi ospiti di Pitti Uomo, escono assieme.
Quella dei due stilisti nipponici é la storia di una lunga amicizia e collaborazione, che sfocia in uno street punk made in Tokyo, cresciuto a suon di musica, cinema e cultura pop.
Jun Takahashi, direttore creativo di Undercover è un personaggio estroverso ma riservato, molto sicuro di sé ma non arrogante, dotato di sense of humor alla giapponese, sposato e con figli, maratoneta. Takahiro Mthashita (Thesoloist) è il contrario: timido, silenzioso, introverso, taciturno.
Le personalità dei due stilisti si riflettono nelle loro collezioni dove il tema comune spesso, é il surviving, la coscienza dell'estremo. TheSoloist gioca sull'interno dei capi quasi cercando protezione, costruendo armature leggere con mille dettagli (corsetti, cinghie, zip, specie di sciarpe sfrangiate sulla schiena, doppi volumi), mentre all'esterno lascia vedere tessuti che sembrano classici, naturali, sia per la mano sia per disegni tradizionali come pied de poule, tweed e spine di pesce.
Invece anche queste sono fibre artificiali, trattate con la tecnologia per ottenere risultati performanti.
C'é anche molta ispirazione workwear in Undercover che gioca il tema del surviving in modo più concettuale, più pop, con il riferimento, a tratti anche romantico, nostalgico, al punk e all'immaginario, all'iconografia di 2001 Odissea nello spazio, che viene tradotta in stampe, codici, frasi. Infine, le invenzioni come la giacca a vento portata sulla gonna plissettata, di lana morbida.
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