Bye bye sneakers e felpe, le donne vogliono tornare a vestirsi e a farlo senza tante sovrapposizioni, perché spesso basta un abito per sentirsi eleganti: il messaggio parte dalla passerella di N21, rimbalza su quella di Alberta Ferretti, risuona nella fabbrica abbandonata scelta da Jil Sander per la sua sfilata. Magari non sarà un addio allo streetstyle ma una dichiarazione di intenti questo sì. Lo dice chiaro e tondo Alessandro Dell'Acqua, che con la sua N21 ha scelto di "guardare al passato per pensare al futuro". "Dopo tante stagioni di moda street, sportiva, che ha obbligato tutti a fare i ragazzini - racconta il creativo - volevo tornare al vestito vero, perché il nostro compito è anche quello di educare alla creatività". Ecco quindi un lavoro di sottrazione, quasi di scarnificazione, con gli abiti T-shirt di jersey indossati sotto un'intelaiatura di paillettes o di piume e con le scarpe di plexi che lasciano il piede nudo. E poi la mini e la T-shirt in duchesse con volant e piccola fibbia, l'abito in chiffon vetrificato, il cappotto di struzzo color mandarino, la gonna a matita in multiprene, tessuto solitamente usato per le coppe dei reggiseni, l'anorak in duchesse verde con zip sulla schiena e i tubini couture con grandi fiocchi in cotone tie and dye. Da applausi, così come il racconto sfaccettato della femminilità contemporanea portato in passerella da Alberta Ferretti. Sotto i grattacieli, sfilano sulle note di Lucio Battisti "le mie donne speciali, forti e attente a ciò che accade loro intorno, ma delicate e piene di poesia".
Le loro "innocenti evasioni" - incarnate in passerella da Gigi e Bella Hadid, Kendall Jenner e Kaia Gerber - vanno dagli abitini di cotone in pizzo sangallo ai maxi zaini in crochet, dalle mini con grandi tasche ai giubbini di denim, dal top di seta con pizzo ai cargo a vita alta, dagli abiti in chiffon ricamati alle tute corte in popeline, dalle camicie ampie in chiffon ricamato ai capi lunghi costruiti come sahariane. Da Jil Sander la coppia Lucie e Luke Meier trova l'equilibrio nei contrasti, partendo dal concetto di uniforme per esplorare il confine tra libertà e disciplina. Così le bluse color mastice hanno volumi boxy, i pantaloni sono ampi e con un maxi risvolto, portati con i sandali da samurai con la zeppa altissima. La camicia a righe lunga come un vestito si porta con gli stivali a calza spuntati, i risvolti delle maniche della T-shirt si fanno evidenti così come i revers della giacca che scivolano sul dorso, nella variante del blazer portata al rovescio e abbinata allo stivaletto da boxe con la punta da scarpetta da danza classica. Un mix che funziona anche nella fusione tra materiali tecnici e altri organici, la stessa che si vede in passerella da Arthur Arbesser, che abbina juta e tessuti spalmati in oro. Elementi primitivi e riferimenti sartoriali sono anche al centro della collezione di Brunello Cucinelli, che veste il suo 'charme rustico' di lino e canapa e li accosta a tele paracadute e fluide viscose, proponendo la giacca come nuovo cardigan, da abbinare alle gonne in tulle o ai pantaloni extralarge, stretti in vita da fusciacche.
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