"Un luogo di arrivi e partenze, ma anche di integrazione e di accettazione delle diversità": questa, per Alessandro Sartori, direttore creativo di Zegna, è la stazione Centrale di Milano, dove ha voluto portare in scena, in apertura di Milano Moda Uomo, la collezione per il prossimo inverno, perché "in un mondo in cui i confini continuano a chiudersi ho sentito la necessità di sostenere il potere dell'apertura e della molteplicità attraverso il mio ruolo di fashion designer".
Non solo la location scelta, ma la collezione stessa, sono - sottolinea Sartori - "la mia risposta concreta a quello che vedo e sento". Ecco quindi un labirinto di cammini che si incrociano nell'atrio della stazione, dove sfila una collezione per "una generazione multiculturale di cittadini del mondo".
Una dichiarazione di intenti forte e chiara: "Ho messo in primo piano - dice ancora Sartori - consapevolezza e responsabilità in tutte le fasi del processo creativo: dalla produzione dei tessuti alla definizione di nuove categorie di abbigliamento, fino all'allestimento della sfilata in un luogo così significativo". Uno sguardo aperto al mondo in tutti i sensi: all'insegna dello slogan #UseTheExisting, la collezione è quasi interamente realizzata con tessuti di lana, cashmere e nylon creati con tessuti riciclati, ma soprattutto riciclabili.
"Di solito si parla di organico, di sostenibile, senza pensare a cosa succede dopo" dice Sartori, spiegando che i tessuti impiegati nascono da quel 25% di materiali che vengono solitamente sprecati durante le fasi di lavorazione e che sono stati recuperati, separati, grattati e ricostruiti per dar vita a nuovi materiali che sono sia rigenerati sia rigenerabili. Il tutto indirizzato alla costruzione di un "guardaroba metropolitano contemporaneo" basato sull'idea di "offrire un nuovo guardaroba a una generazione di uomini che il tailoring non se l'è mai messo e magari se lo vuole mettere, ma non come lo mettevano il padre e il nonno". Ecco quindi che, su una base di partenza sartoriale, si innesta una fusione di stili diversi: le giacche in gabardine di lana hanno giusto il ricordo di un tessuto storico, i revers grafici, i bottoni nascosti e si abbinano ai pantaloni cargo stretti da ghette protettive chiuse da ganci; il cappotto ha la spalla scesa e dietro a raglan; il bomber ha i revers come le giacche, mentre il pull jacquard è mosso da disegni di ricami scomposti di persone che camminano in stazione. Il nuovo abito formato da giubbino e pantalone cargo si alterna alla maglia ibrida che fa anche da giaccone e che si porta con la nuova sneaker Cesare e con il cappello in feltro realizzato senza tagli.
In questo gioco di sovrapposizioni, sono perfetti i piumini trapuntati con i colli staccabili, pensati per evitare l'effetto del doppio collo. E mentre i modelli da tutto il mondo sfilano nell'atrio della stazione, chiuso al pubblico per un paio d'ore, la sfilata viene trasmessa in live streaming su oltre 130 schermi all'interno della stazione.
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