Molte aziende sopravvalutano il loro impegno nella sostenibilità, e il rischio greenwashing è in agguato: lo segnala un report di Cikis Studio, società specializzata nella consulenza di sostenibilità nel settore della moda.
"Oggi in Italia - spiega Serena Moro, Founder di Cikis - il 99% delle aziende di moda investe in sostenibilità o ha intenzione di farlo, a conferma che una svolta green è sempre più richiesta e apprezzata: già l'anno scorso le aziende che investivano in sostenibilità erano l'89%, ben il 45% in più rispetto al 2020. È risultato, però, che il 60% delle aziende intervistate ha una percezione del proprio impegno green che non corrisponde puntualmente alla realtà". Di queste, il 22,1% si sopravvaluta: l'autovalutazione media delle aziende di livello base sul proprio operato green l'anno scorso si attestava a 4,5 su 10, quest'anno è salita a 6 su 10. Per queste aziende - segnala Cikis - c'è un alto rischio greenwashing, dovuto alla sopravvalutazione della rilevanza delle pratiche implementate.
Se da un lato aumentano infatti le aziende che investono in scelte green, dall'altro - secondo il report - diminuiscono quelle che si trovano a un livello avanzato di sostenibilità (-15,2% rispetto al 2021). Inizia a emergere l'importanza della scelta dei materiali: il 48% delle aziende ha introdotto o incrementato l'utilizzo di materiali a ridotto impatto ambientale o che tutelano i diritti sociali. Solo il 16,8% di queste, però, li ha integrati per più del 75% sulla collezione totale. Ancora poco sentita è l'importanza dell'economia circolare, citata come priorità solo dal 7,4% delle aziende.
Pochissime aziende (2%) investono poi in compensazione delle emissioni, ma per tutela dei lavoratori e welfare aziendale la sensibilità è in aumento, con un incremento del 66,7% rispetto al 2021.
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