Abbandonata la corsa all'immagine più 'wow' da postare su Instagram, ognuno a Milano ha fatto ciò che sa fare meglio: sarà per questo che da tanto non si vedevano abiti così belli e portabili alla Fashion Week, la cui ultima edizione, dedicata alle proposte per il prossimo inverno, si è chiusa ufficialmente con una serata di gala di cui è stato protagonista assoluto Giorgio Armani, quasi a mettere un suggello a una settimana che si potrebbe condensare in due aggettivi, sensuale e sartoriale, apparentemente agli estremi, ma che in realtà stanno tanto bene insieme in passerella quanto per la vita vera per cui sono pensati. Perché poi il segreto della moda è questo: funziona non quando va sui social, ma quando viene venduta, perché nella sua destinazione è custodita la sua essenza.
"Fate come l'albero che cambia le foglie e conserva le radici" diceva Victor Hugo. Sembrano averlo ascoltato molti dei big brand del made in Italy. Tanti in questi giorni hanno parlato di una 'pagina bianca', a indicare un reset totale che cancella - come un tocco di cipria è la suggestione di Giorgio Armani, come un total black che taglia e pulisce da Dolce e Gabbana - tutti gli eccessi degli ultimi anni. E quindi via, si torna appunto a fare ciò che si sa fare: il sartoriale, il ben fatto, l'elegante, ma con qualcosa in più, perché mai come in questa stagione erotismo è la parola che rimbalza da una passerella all'altra, tra reggiseni a vista, abiti-sottoveste, pizzi, tante, tantissime trasparenze. E poi tacchi stiletto, cuissard, bustier, spacchi, tutto l'armamentario della seduzione. Ma abilmente nascosto e protetto da cappotti lunghi e assertivi, con spalle ampie, o da ecopellicce anch'esse maxi, pure in versione colorata o maculata, ormai definitivamente sdoganate al posto dei piumini che, se ci sono, sono in maglia.
Nelle lunghezze si va per estremi: corto corto o lungo fino ai piedi, senza mezze misure. Le gonne o sono corte come cinture o possono avere persino lo strascico, mentre i pantaloni scelgono linee svasate anni 70 o il minimalismo dei 90, decennio molto citato dalle collezioni 2023-2024, in primis da Prada.
Se sensualità e sartorialità sono le parole d'ordine, tante sono le declinazioni, ma si possono mettere alcuni punti fermi: visti un po' dappertutto gli abiti di jersey drappeggiati e quelli di maglia a costine, entrambi aderenti a sottolineare le forme, la nuova maglieria seducente scollata sulla schiena, i reggiseni o le canottiere portate solo con il pantalone ampio anche di paillettes, la gonna a matita e gli abiti ricamati, i tubini di pizzo e le bluse scintillanti di cristalli, in un trionfo di lingerie a vista, con le calze a rete che fanno capolino dalla gonna (Gucci), il reggiseno e le mutande protagonisti sotto la sottoveste di tulle (Dolce e Gabbana), gli abiti costruiti intorno al 'bullet bra' delle dive anni 50 (Scervino), le bretelle da uomo che diventano top sulla pelle nuda (Sportmax).
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