Ci sono molte cose che non verranno dimenticate facilmente riguardo lo show di debutto di Pharrell Williams alla guida della direzione creativa della linea uomo di Louis Vuitton, avvenuto con una sfilata-evento allestita sul Pont Neuf, a Parigi, quel ponte proprio di fronte all'heaquarter della maison e al nuovissimo hotel di lusso Cheval Blanc, sempre del gruppo Lvmh. Tutte le immagni della sfilata qui
Pharrell ha scelto questo ponte poichè è un simbolo che collega - metaforicamente - Parigi alla Virginia, suo stato natale, ricordandogli la Princess Anne High School dove ha studiato. Ma veniamo allo show. In primis c'è la componente 'entertainment', con una produzione da mille e una notte: ad assistere allo show, insieme al nuovo Ceo Pietro Beccari, ci sono star del calibro di Rihanna con Asap Rocky, Zendaya, Anitta, Lenny Kravitz, Naomi Campbell, Kim Kardashian, Beyoncè con Jay-Z, che è stato protagonista di una performance con Pharrell al party post evento. C'è poi la colonna sonora della sfilata, arricchita da una esibizione dal vivo: il produttore e interprete musicale ha deciso di puntare su tracce da lui stesso prodotte, tra cui il brano Joy (Unspeakable), realizzato assieme al coro gospel della Virginia Voices of fire. C'è poi il contenuto moda, che non è da meno: tra rimandi all'heritage del brand e focus su concetti come amore e inclusività la collezione primavera-estate 2024 è davvero un nuovo capitolo per la griffe francese.
In primis c'è il nuovissimo motivo Damoflage, rilettura in chiave camouflage-contemporaneo dell'iconico motivo a scacchi della maison creato nel 1888, il Damier, ora pixelato e stampato su shorts, bomber e pantaloni. Molte delle celebrities allo show già lo indossavano, e lo stesso Pharrell a fine passerella è uscito, seguito da tutto il suo team, con un completo Damoflage. Già si preannuncia il must have di stagione. E' utilizzato in tre tonalità per gli accessori, l'abbigliamento, il denim, i pigiami, la maglieria e anche le pellicce. Non è il solo motivo: le opere d'arte dell'artista americano Henry Taylor sono presenti come micro ricami su borse e abbigliamento. Sempre dalla Virginia, viene un altro motivo iconico dello show: 'Virginia is for lovers', tradotto 'la Virginia è per chi si ama' è il mantra di quel luogo, così la parola-chiave 'lovers' è diventata ricorrente in tutta la collezione. Le iniziali di Louis Vuitton diventano l'emblema della nuova cultura dei LoVers, una comunità globale diversificata, che indossa volentieri il nuovo logo (appare un po' in tutta la collezione, ed è anche il titolo dello show). Non solo, in collezione ci sono tutti i pezzi destinati a diventare cult di questo nuovo streetwear iper-lussoso ma contemporaneo: bomber college, total denim, tute sportive, giacche varsity americane (tributo alla scuola della Virginia). C'è anche una parte sartoriale, curata nei minimi dettagli: abiti dal taglio netto, tuniche con colletto a fascia, caban, e i nuovissimi (e già trend di stagione) shorts con le pinces per i tailleur. Sfilano anche gli accessori, a bordo di golf car, cariche di bauli e borsoni logati. Tra questi c'è anche il nuovo bauletto Speedy, in nove diverse dimensioni. Ma il vero accessorio cult è rappresentato dalle calzature: sono le pantofole in shearling con intarsio Monogram, con suola impressa con un'impronta a zampa d'orso, per lasciare il segno. Un po' come sta facendo Pharrell, che oggi guida verso una nuova era quel brand con cui aveva collaborato nel lontano 2003, quando l'allora direttore creativo Marc Jacobs gli chiese di collaborare alla creazione della linea di occhiali.
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