Più che una pagina bianca, da Gucci si apre una pagina rossa, anzi, 'Rosso Ancora', il colore scelto da Sabato De Sarno come punto di partenza per la sua prima sfilata da direttore creativo della maison. Una collezione, quella vista in passerella oggi, che tira una riga sull'era firmata dal visionario Alessandro Michele, esattamente come qualche giorno fa era stato azzerato l'account Instagram della maison.
Qui le immagini della sfilata
Tutto doveva ripartire da un luogo nuovo, dalle vie di Brera, scelte dallo stesso De Sarno - a lungo al lavoro da Valentino come braccio destro di Pierpaolo Piccioli, oggi in prima fila a fare il tifo per l'amico - ma poi la minaccia di pioggia ha convinto la maison a spostare all'ultimo lo show nella sede di via Mecenate, che ha ospitato quasi tutte le ultime sfilate. Luci ovviamente rosse a illuminare la sala, divi come Julia Roberts e Ryan Gosling in prima fila, insieme a François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato del gruppo Kering, per il quale "il lavoro si giudica nella durata", e ad amici come Marco De Vincenzo come supporter, e via all'epoca De Sarno.
E già dalla prima uscita si è capito che la musica - in questo caso orchestrata da Mark Ronson - è cambiata: canottiera bianca, pantaloncino corto corto nero, cintura con la doppia G, cappotto e catena d'oro, mocassini con il plateau e la nuova Jackie in primo piano. "La mia prima collezione è una mappa - scrive De Sarno su Instagram - è personale, è incentrata sul mio design, la mia sensibilità, le mie passioni. Questi sono i temi che voglio esplorare ancora da Gucci". Collezionista di arte contemporanea e di pezzi di moda d'archivio, De Sarno è partito proprio dall'archivio della maison, scegliendo come punto di partenza quel punto di colore, da lui battezzato Rosso Ancora, che fa parte della storia del brand, e scegliendo di mettere in primo piano icone come le borse Jackie e Bamboo, riportate alla loro essenza, da accostare a blazer e shorts, tutine logate, reggiseni di cristalli e pantaloncini di pelle intarsiata a doppia G, minidress con ricami preziosi che riprendono quelli delle clutch degli anni'50. E poi canottiere scollate e gonne a portafoglio con ampi spacchi, abiti a sottoveste di pelle e pizzo, decolleté con frange scintillanti e tanti gioielli della collezione Marina Chain della fine degli anni Sessanta, protagonista della campagna scattata dal fotografo David Sims e interpretata da Daria Werbowy. A chiudere il cerchio, sulle note di 'Ancora ancora ancora' di Mina, ancora pantaloncini e canottiera, a sottolineare una scelta di pulizia, preannunciata dalle collezioni firmate dal team interno dopo l'addio di Alessandro Michele al gruppo Kering lo scorso novembre.
Da parte sua, nel Manifesto che accompagna la collezione, De Sarno scrive che quella vista oggi "è una storia che nasce dalla gioia di vivere", fatta di "oggetti attraenti e da collezionare, non per un museo, per essere indossati nella vita di tutti i giorni". Esattamente quello che sembra destinata a fare questa collezione, fatta di pezzi iconici come le borse Jackie e i mocassini con la suola chunky, di capi minimal come shorts e canottiere e di preziosità come cristalli e gioielli. "Gucci è l'occasione di innamorarmi della moda, ancora" le parole di De Sarno a suggello di un'avventura condensata in una parola, sospesa tra il 'di nuovo' e il 'di più', che il nuovo direttore creativo di Gucci si è persino fatto tatuare su un braccio subito dopo aver firmato il contratto.
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