Il mondo della moda, a New York ma non solo, e' in lutto per Iris Apfel, ultracentenaria top model fino all'ultimo sempre sulla breccia.
Mitica icona di stile il cui guardaroba nel 2005 fu al centro di una mostra del Met, Iris e' morta a 102 anni nella sua casa di Palm Beach in Florida. Autodefinendosi una "starlet geriatrica", ma anche "l'adolescente piu' attempata del mondo", la Apfel aveva trovato la fama al suo ottavo decennio di vita facendo trend con le 'mise' irriverenti, stravaganti e sempre multicolori. Abbinava giacche squadrate di Bill Bass con gonne delle tribu' Hopi, cappotti di piume color amaranto con i jeans di pelle tagliati al ginocchio. L'ultima immagine - un fotomontaggio forse - postata soli due giorni fa su Instagram per celebrare i suoi "102 anni e mezzo", la ritraeva in un abito pantaloni di satin bianco sotto un mantello dello stesso colore, gli iconici maxi-occhiali a cerchio neri e innumerevoli monili addosso. "More is more, less is bore" (tradotto senza fantasia e senza rima, 'piu' e' piu', meno e' una noia') era difatti il suo motto assieme all'invito ad "osare ad essere diversi".
Esperta riconosciuta di tessuti antichi Iris aveva contribuito a ristrutturare, come designer di interni, la Casa Bianca di nove presidenti da Harry Truman a Bill Clinton, oltre alle dimore di vip come Greta Garbo e Estée Lauder. Piu' di recente - testimonial senza paura del movimento anti-ageism - era stata al centro di campagne pubblicitarie per H&M, per cui aveva disegnato una variopinta collezione 'capsule', eBay, Citroen, Magnum, Happy Calze e Mac, diventando alla soglia dei cento anni una modella professionista. Non poteva mancare una parte nell'universo di un'altra icona di stile: c'e' anche una Barbie a sua immagine e somiglianza. Con quasi tre milioni di seguaci su Instagram, Iris partecipava ancora ai principali eventi della moda e talvolta sfilava in passerella, seppure in sedia a rotelle.
Nata ad Astoria da genitori ebrei, a partire dagli anni Cinquanta aveva lavorato come designer di interni col marito Carl Apfel con cui aveva fondato la societa' Old World Weavers che vendeva e restaurava tessuti dopo ricognizioni nei musei e i bazar di mezzo mondo. Gli Apfel erano andati in pensione nel 1992 ma Iris aveva continuato a a collezionare abiti e a distinguersi come spirito libero ignorando i dettami delle passerelle in favore di uno stile personale che mai e poi mai avrebbe potuto definirsi quello di una 'fashion victim'. Nel 2005, di fronte a una cancellazione e con un buco nel calendario, il Costume Institute del Met l'aveva avvicinata con una proposta audace: una mostra sul suo guardaroba, la prima del suo genere a entrare negli armadi di un personaggio ancora in vita. Era nata cosi' Rara Avis: The Irriverent Iris Apfel a cui avevano fatto seguito il documentario di Albert Maysles presentato al New York Film Festival nel 2014 e le memorie, Icona per caso. Riflessioni di una star della terza eta', pubblicate in occasione del centesimo compleanno
Riproduzione riservata © Copyright ANSA