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Fatturato menswear 2023 a 11,9 miliardi, export +6,6%

Fatturato menswear 2023 a 11,9 miliardi, export +6,6%

Import cala del 2,3%, i consumi delle famiglie italiane a +0,4%

ROMA, 10 giugno 2024, 19:38

Redazione ANSA

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Pitti Uomo al via, 790 brand e la sfilata di Marine Serre - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pitti Uomo al via, 790 brand e la sfilata di Marine Serre - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nonostante il contesto internazionale particolarmente incerto, l'export si conferma unico motore trainante della moda maschile italiana. Secondo i dati diffusi da Sistema moda Italia alla vigilia di Pitti Uomo 106 (11-14 giugno alla Fortezza da Basso di Firenze), il menswear made in Italy ha archiviato il 2023 con un aumento del +4,7% di fatturato (sperimentando una variazione più contenuta rispetto a quella registrata negli ultimi anni), portandosi quindi a 11,9 miliardi di euro (il 18,5% della filiera tessile-abbigliamento italiana). E proprio l'export rappresenta il 74,5% di questo giro d'affari.
 

 



    Le esportazioni di settore, si spiega, hanno fatto registrare nel 2023 una variazione del +6,6%, superando gli 8,8 miliardi di euro. Sia le aree Ue sia quelle extra-Ue si sono rivelate favorevoli, crescendo rispettivamente del 7,2% e del 6%. La prima destinazione è risultata la Francia, in aumento del 16,8%; seguono Germania e Stati Uniti cresciuti rispettivamente del 0,4% e al 3,0%. La Cina, in crescita del 13,9%, ha raggiunto i 647 milioni di euro. Seguono poi Corea del Sud e Giappone che hanno sperimentato vivaci variazioni positive, pari rispettivamente al +18,1% e al +19,8%. Infine, aumentano i flussi anche verso Polonia (in crescita del 21,2%), Russia (44%), Austria (0,7%) ed Emirati Arabi Uniti (45,3%). Di contro, l'import ha sperimentato una contrazione del 2,3%, calato a 5,6 miliardi circa.
    Se si guarda invece agli acquisti di moda maschile da parte delle famiglie residenti in Italia, i dati mostrano un timido aumento rispetto all'anno precedente (+0,4%). A livello di canale distributivo, il mercato uomo nazionale si conferma dominato dalle catene, mentre la Gdo mostra un calo del 2,9%, ma resta al secondo posto. Continua a perdere terreno il dettaglio indipendente, che ha subito un decremento del 7,5%. Anche l'online, dopo la crescita del 7,1% registrata nel 2022, torna in territorio negativo e flette del 4,6%. Infine, anche ambulanti e outlet sono interessati da un trend negativo: i primi perdono il 9,1%, mentre i secondi il 4,7%.
    Il nuovo anno ha visto proseguire l'export su un sentiero favorevole, mentre l'import ha evidenziato una frenata. Sulla base degli ultimi dati Istat recentemente diffusi, il periodo gennaio-febbraio 2024 ha visto l'export settoriale in aumento del 13%, e l'import in frenata del -13,3%.
   

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