L'industria calzaturiera italiana
si conferma tra le eccellenze manifatturiere del Paese, con
esportazioni pari a 12,8 miliardi di euro nel 2023 (+61,1%
rispetto al 2012), con un tasso di crescita medio annuo pari al
4,4%. Tuttavia, tra il 2022 e il 2023 la crescita si è
arrestata, registrando una lieve flessione annua (-0,5%). La
Francia si conferma primo partner commerciale per il settore.
Tutto ciò però è minato dalla piaga della contraffazione che è
in crescita ed è arrivato a toccare un giro di affari illegale
pari a 250 milioni di euro l'anno. E dall'altra da un'importante
contrazione nel numero di aziende - 23,9% negli ultimi 10 anni,
e nella produzione di calzature (-42,1% rispetto al 2012),
concentrate tra le piccole (-9,4%) e micro (-6,6%) imprese
italiane, mentre le grandi aziende crescono in fatturato (+58,8%
vs 2012) e numero di occupati (+6% medio annuo). Queste tra le
conclusioni del report "Settore calzaturiero italiano: impatto
economico e contraffazione" di Rome Business School, a cura di
Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di
Rome Business School, Francesco Baldi, Docente
dell'International Master in Finance e Massimiliano Parco,
Economista, Centro Europa Ricerche.
In Italia, le Marche sono la regione con la maggior quota di
imprese del settore calzaturiero in Italia (34,5%). A fine 2022
la provincia con il maggior numero di imprese produttrici di
calzature è Fermo con 1.533 imprese presenti (il 23,1% delle
imprese italiane produttrici di calzature). Molto elevata anche
la concentrazione nella provincia di Macerata, con 648 imprese
(il 9,8% delle imprese italiane del settore calzaturiero). Nel
complesso le prime venti imprese marchigiane produttrici di
calzature, per ricavi di vendita, hanno incrementato il dato tra
il 2022 e il 2023 del 6,3%, in controtendenza con le top 20
imprese italiane (-0,8%). Per la contraffazione le Marche
emergono come la regione più colpita (oltre 3,2 milioni di pezzi
contraffatti negli ultimi cinque anni), rappresentando il 31%
delle perdite totali, seguite dal Veneto (29%), dalla Campania
(22%), dalla Lombardia (16%) e dalla Toscana (12%). La
contraffazione avviene attraverso le piattaforme online come
Alibaba e Amazon Marketplace, e social media come Instagram e
Facebook. "Per salvaguardare il settore calzaturiero italiano, è
fondamentale un approccio integrato che combini innovazione
tecnologica, politiche di sostegno e strategie di
sensibilizzazione", coniugando "tradizione e innovazione di
processo e prodotto", preservando "la qualità del prodotto" e
rafforzando "la lotta alla contraffazione", si conclude il
report.
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