Prima vittoria in tribunale per i duchi di Sussex, dopo la clamorosa fuga dal Regno Unito, nella guerra legale intrapresa contro la proprietà del Daily Mail: il più ostile fra i tabloid della stampa popolare (e populista) britannica. L'editore si è dovuto infatti piegare, dinanzi a un tribunale, a riconoscere d'aver diffamato il principe Harry, avanzando dubbi alla sua fedeltà agli ex commilitoni delle forze armate di Sua Maestà, e a sommare a un umiliante atto di scuse pubbliche l'impegno a versare un congruo risarcimento: che il secondogenito di Carlo e Diana potrà devolvere per beneficenza a vantaggio dei reduci.
A decretare la fine di questo round, in un braccio di ferro peraltro ancora aperto su altri fronti, è stato il ritiro di una querela presentata a suo tempo dal principe-ribelle sulla base di una transazione comunicata all'Alta Corta di Londra stando alla quale il Mail On Sunday e il Mail online hanno accettato di rimangiarsi, come "infondati, falsi e diffamatori", i contenuti di due articoli usciti dopo la controversa decisione del marzo scorso di Harry e della sua consorte, Meghan Markle, di rinunciare allo status di membri senior della famiglia reale in favore di una vita più autonoma in America. Il comunicato di scuse già pubblicato dalle 2 testate il 27 dicembre per favorire il compromesso giudiziario comunque non basterà. La società editrice dovrà pure sborsare un indennizzo dall'ammontare top secret, ma "significativo" nelle parole di Jenny Afia, una degli avvocati dei Sussex: a compensazione dei danni morali causati.
Negli articoli incriminati si accusava il nipote della regina Elisabetta d'aver di fatto accantonato dopo la presa di distanza dalla Royal Family i suoi impegni da patrono dei Royal Marines: corpo in cui Harry ha prestato a suo tempo servizio e al quale rivendica con fierezza d'essere indissolubilmente legato.
"Il Mail On Sunday e il Mail online hanno pubblicamente ammesso in una pubblica corte d'aver diffuso una storia completamente falsa e diffamatoria e hanno chiesto scusa per aver messo in dubbio l'impegno del Duca verso i Royal Marines e le forze armate britanniche. La verità è che questo impegno è fuori discussione", ha commentato un portavoce dei Sussex a caldo, senza concedere attenuanti. Non solo. Il portavoce ha poi rinfacciato al tabloid d'aver "ingannato" di nuovo a dicembre i lettori anche sull'idea del risarcimento, evocandola come una propria donazione ai veterani; mentre - ha puntualizzato - sarà Harry, una volta ricevuta la compensazione legale, a donare integralmente la somma alla Invictus Games Foundation, che organizza i giochi sportivi dedicati ai militari mutilati e invalidi di guerra di cui egli è stato il primo padrino.
Una rivincita, per il fratello minore di William, nel cui risentimento verso la stampa scandalistica del Regno s'intrecciano la memoria del destino di sua madre, morta prematuramente nel tragico incidente del tunnel dell'Alma, a Parigi, mentre cercava di sfuggire alla caccia dei paparazzi, e la convinzione di un atteggiamento improntato oggi al pregiudizio se non al razzismo nei confronti della moglie: ex attrice californiana straniera, divorziata e non aristocratica, oltre che di origini materne afroamericane. Rivincita che tuttavia non cancella le incognite tuttora in sospeso su una seconda causa intentata al Mail, a dispetto delle riserve di casa Windsor rispetto a una strategia che alimenta la sovraesposizione, nell'ambito della quale Meghan ha denunciato come un'intrusione nella sua privacy e una violazione del copyright la pubblicazione di stralci d'una lettera privata: scritta al problematico padre, Thomas Markle, all'epoca del suo matrimonio con Harry e del sogno di una favola moderna.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA