WHITE NOISE di Noah Baumbach, il film d'apertura e in concorso a Venezia 79 con Adam Driver e Greta Gerwig, è un film Netflix, dal 30 dicembre sulla piattaforma, senza passaggi almeno in Italia, per la sala cinematografica. Un inevitabile segno dei tempi, "ma non dobbiamo avere paura della tecnologia che avanza, quello che resta e che conta è l'arte, la capacità del cinema di emozionarci" dice Julianne Moore, la presidente della giuria che sabato 10 settembre assegnerà il Leone d'oro della Mostra del cinema che festeggia 90 anni. "Si parla spesso di piattaforme e di sale con discorsi puramente commerciali, modalità diverse di fruizione che cambiano con i progressi tecnologici, invece importante è l'arte, il raccontare le storie, conoscere altre culture e questo ci sarà sempre con l'arte, il teatro e il cinema", prosegue l'attrice americana, 61 anni, tra le più apprezzate e premiate della sua generazione, candidata cinque volte all'Oscar che ha vinto nel 2014 con Still Alice. "Mai avrei pensato di fare parte della giuria di Venezia, tantomeno di presiederla, la mia prima volta al Lido è stata nel 1986, ero una attrice di soap (la storica Così gira il mondo - As the World Turns, ndr). Per me è un grande onore, ma la giuria è qualcosa di collettivo, io sono solo una guida, una rappresentante, e non vedo l'ora di cominciare. Da spettatrice guardare i film da tutto il mondo è una fonte di grande ispirazione, molto emozionante, ci fa sentire vicini. Conosciamo i registi, ma non sappiamo cosa aspettarci dai loro nuovi film. Cosa sarà determinante? Quello che mi farà battere veloce il cuore". Nella giuria di Venezia 79 con la Moore ci sono i registi Mariano Cohn (Argentina), Leonardo Di Costanzo, Audrey Diwan (Francia) vincitrice del Leone lo scorso anno, Rodrigo Sorogoyen (Spagna), l'attrice Leila Hatami (Iran), lo scrittore, sceneggiatore e grande cinefilo Kazuo Ishiguro (Giappone-Gran Bretagna), Premio Nobel per la letteratura nel 2017.
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