Ha completato la transizione sessuale da poco, il suo passaporto ha ancora un nome maschile e i suoi traumi e le sue esperienze dietro l'immagine di donna bellissima li porta dentro di sé ma soprattutto li mette in scena. Al Lido c'è Trace Lysette, la protagonista di MONICA, il film del regista italiano Andrea Pallaoro, il secondo dei cinque in gara per il Leone d'oro a passare in concorso.
Lunghi capelli biondi, il trucco a esaltare i lineamenti, un fascino elegante ma che non passa inosservato, Lysette, subito data tra le favorite per la Coppa Volpi di Venezia 79, è al suo primo ruolo da protagonista. "Monica è un momento fondamentale, rappresenta per me una grande opportunità, raccontare quello che sono ma anche essere considerata un'attrice a pieno titolo", dice la 34enne.
Pallaoro, il regista di Trento da 23 anni in America, a Los Angeles, ha scelto Lysette "tra 30 candidate, attrici trans, ma con lei c'è stata un'empatia speciale, mi ha colpito la sua capacità di essere sulla scena più che di recitare, forse per esperienze simili a quelle della storia cui ha contribuito con il suo vissuto". La Monica del titolo del film (in sala con I Wonder) è una donna che torna a casa, chiamata dal fratello a salutare la madre morente: non si vedono da anni, da quando lei si è trasferita in California, non accettata dalla famiglia per la sua identità sessuale. "Racconto un'eroina moderna, un personaggio pieno di coraggio e generosità che riesce a perdonare di essere stata abbandonata. E' vero, è una trans, ma questo se all'inizio è stata una molla della storia, basata su vicende che conoscevo come quella di una persona a me cara o la stessa Tracy, poi durante il film è passato quasi in secondo piano e la storia diventa quella di una figlia che trova la madre e la famiglia dopo tanta assenza, che vuole recuperare il tempo perduto, la memoria che la mamma malata ha perso diventa il centro di tutto e l'accettazione dell'altro il fondo delle relazioni umane".
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