Qualche imbarazzo per partecipare
all'apertura del Festival di Cannes che con il film Jeanne Du
Barry di Maiwenn riabilita ufficialmente Johnny Depp? Alla
provocazione il presidente svedese della giuria che assegnerà la
sera del 27 maggio la Palma d'oro, Ruben Ostlund, risponde con
un "no" secco, ma vai a capire cosa pensa veramente. La prima
occasione con la stampa per una giuria volutamente diversa dalle
altre del passato, decisamente ringiovanita, a fare da ponte con
le nuove generazioni di cineasti a cominciare dallo stesso
Ostlund, appena 41 anni e già due Palma d'oro (The Square e
Triangle of sadness), capita il giorno dell'apertura del 76/o
festival mentre salgono le tensioni.
Attorno a lui alcuni trentenni come l'attore americano Paul
Dano (appena visto in The Fabelmans di Stevens Spielberg), la
33enne americana Brie Larson (Captain Marvel), la regista
francese Julia Ducournau che scandalizzò nel 2021 con Titane
(unghie laccate di metallo a ricordarcelo) vincendo il primo
premio. La Palma a Titane fece fare a Nanni Moretti una delle
sue facce più buffe da lui stesso postata su Instagram: era
l'anno di Tre Piani e la sua disapprovazione per il premio vinto
da un film in cui una donna fa l'amore con una macchina resta
storica. Ora si ritrova la tosta Ducournau a giudicare il suo
Sol dell'Avvenire. Come si comporterà madame? "Sono qui come
giurata con spirito aperto, senza pregiudizi, con uno sguardo
vergine. Quello di Moretti? Lo giudicherò alla pari degli
altri", risponde.
Ostlund vuole promuovere "un gruppo dinamico con persone che
si esprimono liberamente in una atmosfera feconda, intelligente,
senza strategie" e detta le regole: "tre film al giorno da
vedere e ogni giorno riunione e delibera raccogliendo giudizi e
osservazioni".
Intanto le preoccupazioni coinvolgono Johnny Depp. La Honte,
un collettivo di attrici e attori, tra cui Julie Gayet e Laure
Calamy, in una lettera pubblicata oggi su Liberation critica
apertamente Cannes, che stende "il tappeto rosso a uomini e
donne che aggrediscono".
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