C'è un'aria malinconica in sala e
le ovazioni, il seguito dei fan, la Raiders March intonata a
memoria per ingannare l'attesa del suo arrivo non fa che
peggiorarla. Poi arriva lui. Harrison Ford, e basta un sorriso
per stendere tutti. Ottant'anni compiuti, l'attore è tornato a
vestire i panni dell'archeologo avventuriero Indiana Jones nel
quinto ed ultimo capitolo di una delle saghe più popolari del
cinema. Indiana Jones e il Quadrante del Destino sarà in sala
dal 28 giugno, intanto ieri sera durante la premiere ufficiale
al festival di Cannes gli è stata consegnata a sorpresa una
Palma d'oro onoraria.
"Il calore di questo posto, l'accoglienza che sto avendo è
inimmaginabile, mi fa sentire molto bene" ringrazia Ford con i
lucciconi agli occhi davanti alla stampa in stato di
venerazione. La sua età è una data sul passaporto, perché la
tenuta della star di Blade Runner, Guerre Stellari, Indiana
Jones e innumerevoli altri titoli, è un caso di studio. "Tutto
il cast mi ha supportato per la mia anzianità. Le riprese del
film sono state qualcosa di magico", ribadisce con accanto il
collega Mads Mikkelsen che impietoso aveva appena detto "quando
uscì il primo Indiana Jones ero sì e no nato".
Nel film, un'avventura adrenalina in giro per il mondo, che
sembra idealmente fare una sorta di crossover con James Bond
tanto il personaggio somiglia allo 007 per eccellenza, Ford è
stato ringiovanito con effetti speciali, un de-aging al quale
l'attore non credeva molto fin quanto non ha visto il risultato.
Il rischio di fare qualcosa solo per accontentare il business
richiamando ancora una volta sullo schermo uno dei personaggi
più popolari c'era e anche grande, come tra l'altro le non poche
critiche negative che stanno arrivando dopo la prima di Cannes
("uno stanco sequel" scrive Screen ad esempio), "ma quando mi
hanno fatto leggere la sceneggiatura non potevo trovare di
meglio", racconta Ford.
Il regista James Mangold (al posto di Steven Spielberg per la
prima volta) parla delle "tante aspettative su questo titolo e
sulla responsabilità che ha sentito maneggiando qualcosa che è
leggendario nell'immaginario di tutti. Ciò nonostante ho provato
a fare qualcosa che potessi sentire anche mio".
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