Ha scoperto top model come Marpessa, Monica Bellucci, Carla Bruni, Eva Riccobono, Mariacarla Boscono. Eppure, anche un'icona del mondo della moda come Piero Piazzi, presidente di Women Management, ha conosciuto da vicino la depressione. Per questo ha deciso di sostenere le attività a supporto della salute mentale portate avanti dall'associazione Progetto Itaca, diventandone volontario e testimonial.
"Lavoro da 43 nel mondo della moda che, nonostante sia considerato da molti un ambiente superficiale, in realtà - racconta Piazzi all'ANSA - è sempre stato solidale e in prima linea nell'aiuto per malattie terribili come l'AIDS o il cancro e altre, ma mai nel supporto di associazioni che si occupano di malattie mentali. Nel mio piccolo spero che questo mio ruolo possa accendere una luce su una malattia oscura ed essere l'inizio di nuove sinergie con il mio mondo lavorativo".
Fin da giovane, Piero ha conosciuto l'oscuro mondo del disagio psicologico; poi è arrivata la diagnosi: depressione.
Mentre la sua vita pubblica sfavillava, nel suo mondo interiore viveva quei momenti di apatia e dolore che conosce solo chi ha sofferto del male oscuro. Grazie all'incontro con un team di medici e psichiatri, l'agente delle top è guarito e ora ha deciso di esporsi per dire che "solo parlandone si può trovare la cura". Piazzi ha così deciso di aderire alla missione di Progetto Itaca: sensibilizzare per superare stigma e pregiudizio sui disturbi della salute mentale. Per questo, oltre a metterci la faccia, sta frequentando il corso completo di formazione per volontari. "Non ci si imbarazza - sottolinea Piazzi - a parlare di tumore, leucemia, ictus, infarto ma delle malattie mentali sì, e tanto, ma ci si può e ci si deve curare. Sono troppe le persone affette da problemi psichiatrici che decidono di togliersi la vita e, ogni volta che leggo o sento di uno di questi episodi, una parte del mio cuore se ne va pensando a quando e a quanto stavo male io".
"Io sorridevo, scherzavo e sembravo - ricorda -l'uomo più felice del mondo, indossando una maschera per la vergogna e per non dare la possibilità a chi mi stava intorno di dubitare sul mio stato d'animo, ma in realtà non vivevo ma sopravvivevo da tanto, troppo tempo. Solo chi soffre di questi disturbi può capire le mie parole".
"In un mondo che ci vuole perfetti a tutti i costi non ho mai nascosto le mie imperfezioni e le mie fragilità.
Oggi - scrive su instagram - sono orgoglioso di potere parlare senza vergogna di quella che è una patologia psichiatrica di cui ho sofferto sin dalla tarda infanzia e di offrire la mia testimonianza a progetto.itaca" "Fin dalla nascita di Progetto Itaca - aggiunge Felicia Giagnotti, Presidente di Progetto Itaca - lavoriamo per combattere pregiudizi legati al disagio psicologico, e la voce di importanti testimonial è sempre stata fondamentale per la nostra mission".
"Sono onorato di poter entrare nella grande famiglia di Progetto Itaca e - sottolinea il sessantenne manager - portare la mia testimonianza senza vergogna ma con tanto orgoglio. Anche se ciò potesse servire anche a una sola persona io avrò ottenuto il mio scopo, anzi...il nostro scopo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA