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Frida Kahlo, il fascino di un mito perfettamente contemporaneo

Frida Kahlo, il fascino di un mito perfettamente contemporaneo

Amata dalle giovani donne è un modello che ispira e incarna temi attualissimi

07 novembre 2024, 19:55

Redazione ANSA

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Frida Kahlo Copyright del libro: © 2024 White Star s.r.l.   ©  Imageplotter/Alamy Foto Stock - RIPRODUZIONE RISERVATA

Frida Kahlo Copyright del libro: © 2024 White Star s.r.l. © Imageplotter/Alamy Foto Stock - RIPRODUZIONE RISERVATA

I suoi ritratti sono di culto come quelli di Che Guevara e Marilyn Monroe e nonostante sia una donna del secolo scorso Frida Kahlo è un mito perfettamente contemporaneo e amatissimo dalle giovani donne di oggi che riconoscono in lei, oltre che nella sua arte, l'incarnazione di attualissimi come l’identità di genere, l’emancipazione femminile, l’accettazione del proprio corpo. Un secolo fa, Frida aveva già capito che l’identità è qualcosa di fluido, che puoi sceglierti e costruirti, indipendentemente dalle origini, dalle convenzioni, dall’orientamento sessuale, dai traumi fisici e mentali. Tutti viviamo piccole o grandi tragedie, la vita ci mette sempre alla prova. Quello che fa la differenza è il modo con cui le affrontiamo. Frida in questo senso è di grande ispirazione. Nell’epoca dei selfie e dell’ipercondivisione social, i suoi autoritratti senza filtri sprigionano una forza dirompente. Mostrando al mondo tutte le sue sofferenze, Frida finì per trasformare il suo essere “diversa” in essere “speciale”. Dimostrando che le imperfezioni fisiche non vanno nascoste bensì valorizzate, fino a elevarle a emblema di forza e indipendenza. Fragile e indomita, Frida Kahlo fece di se stessa un’opera d’arte, celebrando la bellezza dell’imperfezione.
L’infanzia, la scoperta della pittura, i legami con personaggi straordinari come André Breton, Tina Modotti, Lev Trotsky, il leggendario matrimonio con Diego Rivera e l’incanto della Casa Azul. Una vita a tinte forti è raccontata attraverso un testo intenso e splendide immagini che svelano il fascino senza tempo di un’artista diventata un simbolo di emancipazione e di libertà. E' il volume Frida Kahlo. Donna, artista, icona di Chiara Pasqualetti Johnson (pubblicato da White Star Editore) , presentato a Bookcity Milano il 16 novembre

Regale come una dea azteca, aveva una personalità incendiaria. Non rispondeva ai canoni di bellezza tradizionale, eppure era sensazionale. Oggi quel volto è diventato un’icona globale, come il sorriso della Gioconda.  Eppure, al di là della fama universale, quanti sanno davvero a chi apparteneva quel volto e qual era la sua storia? Le drammatiche vicissitudini, e persino le splendide opere, spesso hanno contato meno del simbolo nel quale è stata trasformata. Il libro è un invito a conoscere la vera Frida, per scoprire la donna nascosta dietro al mito. 

Oggi, mentre il Messico di Frida ha da poco eletto la prima presidente donna e il femminismo diventa una voce potente del paese, il libro di Chiara Pasqualetti Johnson ripercorre le vicende biografiche dell’artista nata alla vigilia della sommossa guidata da Zapata e Pancho Villa: dai gravi incidenti che segnarono la giovinezza, alla scelta di non negarsi mai l’amore e il piacere, dalla relazione con Diego Rivera alla capacità di far combaciare il femminismo con la sua personale idea di femminilità. 

A ritrarla furono spesso donne fotografe come Imogen Cunningham, Lola Álvarez Bravo e Tina Modotti, oltre a una schiera di amici e amanti talentuosi, da Edward Weston a Nickolas Muray. Si entra nel mondo più intimo di Frida proprio attraverso quelle foto. La si scopre in momenti della sua vita privata, colta mentre dipinge, cena a tavola con gli amici, fuma una sigaretta in giardino, siede accanto a Diego Rivera, oppure in posa come una diva, avvolta nel rebozo e nei suoi spettacolari abiti tradizionali.

Quei ritratti hanno contribuito enormemente ad alimentare l’immaginario nato intorno alla sua figura. Per lei, del resto, le fotografie non erano che una delle tante forme con cui amava esprimersi. Dipingere, scrivere poesie, disegnare abiti e decorare busti ortopedici non erano che un’unica forma d’arte. La sua.

 

Dove vedere le opere di Frida Kahlo

Il Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e la Jacques and Natasha Gelman Collection (i due russi 'avidi' di arte e cinema messicano, produttori di Chaplin, mecenati che donarono al Metropolitan e al Muros di Cuernavaca tutte le loro meraviglie artistiche) sono le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo. Innumerevoli sono state le mostre dedicate a lei e al suo amore Diego Rivera, nomi che attirano visitatori in tutto il mondo. Il Mudec di Milano ne ha proposta una nel 2018, dal titolo 'Frida.Oltre il mito' come una esposizione 'di rottura' anche grazie all’Archivio di Casa Azul, il cosiddetto Archivio Segreto, scoperto nel 2007, oggetto di studi effettuati dal curatore della mostra Diego Sileo nella casa di Frida oggi famoso e visitato museo Frida Kahlo a Coyoacán a Città del Messico . 

Ispirazione Frida, dalla moda al profumo

Artista dallo spirito femminista e anticonformista, Frida Kahlo, la cui moda non dimentichiamo è profondamente legata alla sua storia, alle sue passioni e alla sua arte, frequentava Picasso e André Breton, era amica del rivoluzionario León Trotsky e del poeta Pablo Neruda. Oltre all’indiscusso talento artistico, Frida ha continuato ad ispirare tra gli altri Jean Paul Gaultier, Dolce&Gabbana, Christian Lacroix o Alexander McQueen.

Con 55 autoritratti su 143 opere, Frida aveva come musa principale se stessa: studiava e si prendeva cura del suo aspetto come avrebbe fatto per uno dei suoi autoritratti e creava per esorcizzare le sue sofferenze fisiche e la sua solitudine. L’immagine di Frida è sinonimo di forza, indipendenza e vitalità e le scelte in fatto di abbigliamento non erano casuali. Frida abbinava i suoi abiti con vistosi gioielli, foulard e corone di fiori freschi che utilizzava per creare elaborate acconciature. Era un modo per esprimere quello che non avrebbe potuto esprimere con il suo corpo, indebolito e segnato da numerosi problemi di salute. Presto si convertì in un’icona che mostrava il suo amore incondizionato per il Messico, sfoggiando abiti tradizionali Tehuana, camicie huipil e lunghe, coloratissime gonne a pieghe. Utilizzava il profumo Shalimar e sfoggiava un sorriso incorniciato da un rossetto vermiglio. Il suo stile veniva ammirato e accolto entusiasticamente dalle elite europee, tanto che Elsa Schiaparelli creò un abito in suo onore, la Robe Madame Rivera.

Seppe usare e fare suo il potere dell’ immagine, valorizzava i suoi pregi e nascondeva i segni delle sue condizioni di salute precarie. La relazione con il muralista messicano Diego Rivera, la segnò invece emotivamente. Quando divorziarono, Frida ripudiò tutto quello che Diego amava di lei, si tagliò i capelli e iniziò a vestire abiti da uomo. Frida utilizzava gli abiti e il suo aspetto come una forte forma di espressione, per affermare la sua personalità e le sue convinzioni. Un caso esemplare sono le sue iconiche e tanto discusse sopracciglia, che amava, curava e sfoggiava con fierezza. In una lettera indirizzata al marito Diego Rivera, confessa: “In tutte le riunioni a cui partecipo e dovunque io sia, mi trovo al centro dell’attenzione: con i miei abiti ricamati dalle indigene, con le mie corone di fiori e con la mia invalidità.”

Un'influenza ancora viva nella cultura pop

Oltre ad essere riconosciuta come grande artista e rappresentante e portavoce unica dell’universo femminile, Frida ha influenzato con il suo stile la cultura pop. Tante sono le reinterpretazioni dei suoi autoritratti e delle foto che la ritraggono. Le corone di fiori che spopolano tra le fashioniste (le più iconiche sono probabilmente quelle di Lana del Rey) ne sono un esempio. Madonna ha una vera e propria venerazione per Frida, di cui ha acquistato almeno due opere; la regina del pop ha inoltre dichiarato in un’intervista a Vanity Fair che Frida è la sua artista preferita. Ma non è finita qui, il disco Viva la Vida, dei Coldplay, deve il suo nome a uno dei dipinti dell’artista. La pop star britannica Emeli Sandé ha il viso di Frida tatuato su un braccio e ha preso parte al documentario Under My Skin, dove esprime la sua ammirazione per Frida. La incredibile e travagliata storia dell’artista è stata anche presentata al grande pubblico con la pellicola del 2002 “Frida”, in cui Salma Hayek interpretava l’artista. Questi sono solo alcuni esempi di come Frida sia entrata a far parte dell’immaginario collettivo, di come la sua storia, la sua arte, la sua presenza e il suo anticonformismo non possano lasciare indifferenti e sono fonte di ispirazione continua.

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