"Educare i genitori alla parità significa crescere bambini e bambine al riparo dalle discriminazioni, perché la lotta agli stereotipi di genere è una lotta di libertà e di ricerca della felicità. Il primo passo per raggiungere questo obiettivo ambizioso è l’esercizio della riflessione e della consapevolezza. E questi sono i miei spunti per iniziare a farlo con Officina Genitori."
Queste le parole di Benedetta Gargiulo, già co-autrice del “Gioco del rispetto”, promotrice di una campagna su Officina Genitori - ventennale community attiva sui temi dell’infanzia - che ha per oggetto una riflessione sull’educazione di genere attraverso la proposta, semplice ma fortemente identificativa, di una serie di haiku elaborati graficamente.
Il progetto nasce dall’esigenza di coltivare una cultura di maggiore consapevolezza sull’educazione di genere, a cominciare dalle famiglie, ma destinata anche alla scuola e al mondo del lavoro in tema di pari opportunità.
La campagna, curata da Benedetta Gargiulo, con l’efficace elaborazione grafica di Maria Caprì, debutta con il primo haiku dedicato allo storico pregiudizio sul gioco di genere: “Le statistiche dicono che il 100% dei bambini che giocano con le bambole non riportano danni neuronali”.
Una provocazione ironica, per innescare una riflessione, demolire pregiudizi e insinuare dubbi su false credenze che tuttora compromettono una sana educazione di genere.
Bendetta Gargiulo porta a Officina Genitori la sua esperienza maturata nell'ambito delle attività di prevenzione della violenza di genere e della promozione delle pari opportunità tra uomini e donne. Esperienza che l’ha portata a realizzare “Il gioco del rispetto”: un progetto articolato, destinato anche alle scuole, che ha visto un coinvolgimento multidisciplinare e che si è ispirato alle più recenti direttive europee in tema di parità di diritti tra uomini e donne e che, purtroppo, ha scatenato molte polemiche.
Le domande sulle quali si invita a una riflessione, da parte di tutti i soggetti coinvolti, sono: perché spaventa l'immagine di un papà casalingo che stira o di un bambino che gioca con le bambole? Perché spaventa una riflessione sugli stereotipi di genere? Perchè spaventa l'idea di coinvolgere i bambini su queste tematiche?
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