Una decisione "rivoluzionaria che va nel segno di una maggiore tutela dei diritti dei bambini" e che è destinata a lasciare il segno, nel senso che è possibile che altre amministrazioni seguiranno l'esempio di Roma. Alexander Schuster è il legale della coppia di uomini che ha ottenuto dai tecnici del Comune della capitale la trascrizione integrale dell'atto di nascita della loro bambina, nata in Canada con la fecondazione assistita, in cui entrambi vengono riconosciuti come padri. E non nasconde il suo entusiasmo, pari forse a quello dei due giovani genitori che, racconta, "sono rimasti sorpresi da tanto clamore". "Ho seguito tanti casi analoghi, mi sembrano anche figli miei", dice parlando dei bambini delle coppie dello stesso sesso che ha aiutato in questi anni.
E perchè il caso di oggi possa rappresentare una svolta, lo spiega con parole semplici. "La trascrizione dell'atto di nascita con l'indicazione dei due padri trentenni è stata fatta dalla Capitale, o meglio dal Comune più grande d'Italia, dall'ufficio che tratta il maggior numero di trascrizioni di atti stranieri; ed è stata una scelta non politica ma di tecnici che hanno la stessa imparzialità dei giudici. E Roma fa tendenza", dice ricordando che tre anni fa, anche allora furono gli uffici del Comune a registrare l'atto di nascita di una bambina figlia di due mamme; e che a febbraio la Corte d'appello di Roma, la più grande d'Italia, "ha preso la stessa decisione di quella di Trento", che per prima ha riconosciuto a due uomini la possibilità di essere considerati padri di due bambini nati all'estero grazie a maternità surrogata: di fatto stabilendo "che è interesse del bambino avere un secondo padre".
Il legale riconosce che permane una "disomogeneità" tra le decisioni dei Comuni e per questo "ci vorrebbero istruzioni chiare su come operare. Ma presto proprio sulla sentenza di Trento si esprimeranno le Sezioni Unite della Cassazione e dunque arriverà una sentenza che farà chiarezza". Una decisione destinata a colmare un vuoto legislativo. "Un bambino su 20 nasce da fecondazione assistita, ma il legislatore -osserva amaramente Schuster- continua a ignorare il fenomeno".
"Certamente è un elemento positivo che diventi routine amministrativa la gestione del cambiamento, anche quando è molto incalzante e persino traumatico". Il sociologo Mario Morcellini commenta così all'ANSA la decisione dei tecnici del Comune di Roma di iscrivere all'anagrafe, senza bisogno di un intervento della magistratura, una bambina nata in Canada da due padri, una "scelta che sul piano astratto potrebbe apparire uno strappo" . Nel concreto è successo che "di fronte a due persone che chiedevano il riconoscimento di un diritto, l'impegnato ha dimostrato che l'istituzione non si mette di traverso. E questo vuol dire che c'è stato un processo di sensibilizzazione e se arriva alla pubblica amministrazione significa che non è più una cultura eccentrica o di minoranza".
Quello che è accaduto a Roma significa anche "che i processi etici di cambiamento non devono avere nella politica un indicatore esclusivo". Non sarebbe stato positivo invece se fosse stato il sindaco a ordinare la trascrizione dell'atto di nascita della bambina "perchè i processi di cambiamento si sdrammatizzano se diventano routine".
"Più conoscenza, più cultura, più confronto internazionale , più analisi delle prospettive", questa la strada da seguire. Perchè "se in una società c'è una concorde spinta al cambiamento, se concorrono la formazione, la scuola, i genitori, e la stessa comunicazione che oggi non ci aiuta, se c'è un mondo non chiuso al cambiamento, tutto diventa più facile: ci sono meno divisioni pregiudiziali e ideologiche tra i cittadini, non c'è un campo di battaglia sistematico".
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