L'Italia resta la Cenerentola d'Europa per l'occupazione femminile ma la situazione con la pandemia diventa ancora più complicata con il Mezzogiorno distante oltre trenta punti dalla media Ue: quattro regioni del Sud - secondo quanto emerge da dati Eurostat sulle regioni riferiti al 2020 - risultano nel 2020 tra le cinque peggiori nell'Unione europea a 27 alle spalle solo della Mayotte, regione d'oltremare francese. Nell'anno della pandemia il tasso di occupazione femminile è stato in media in Europa del 62,4% per le donne tra i 15 e 64 anni a fronte del 32,2% nel Sud Italia e del 33,2% nelle Isole.
Ma in tre regioni italiane le cose vanno ancora peggio. Il tasso di occupazione si è attestato sotto il 30% con la Campania in calo al 28,7%, la Calabria al 29% e la Sicilia al 29,3%. La Puglia scende al 32,8% mentre la Mayotte si ferma al 23,9%.
L'Italia nel complesso è scesa nell'occupazione femminile di 1,1 punti dal 50,1% al 49% (-0,6 punti in Ue).
Una situazione simile per l'occupazione femminile della Campania si trova nella regione di Ankara, in Turchia con il 28,7% delle donne tra i 15 e i 64 anni occupate mentre in Germania la media complessiva è del 73,1% con regioni che superano il 78%. Se quindi l'Italia è tra i paesi con il più basso tasso di occupazione femminile ma non è l'ultima (fa peggio la Grecia con il 47,5%) la situazione si complica guardando alle singole regioni proprio per i forti divari a livello territoriale nel nostro paese. Se infatti la media italiana di occupazione femminile è inferiore di 13,4 punti alla media Ue alcune regioni sono sostanzialmente allineate (come l'Emilia che anche se in calo si attesta sul 62%) e altre lontane di oltre 33 punti. Il Sud comunque nel 2020 ha subito un calo dell'occupazione femminile di 0,6 punti (0,9 le Isole), inferiore alla media italiana (-1,1 punti), trainato dal crollo del Nord Est (-1,9 punti, dal 61,4% al 59,5%). Le donne , impegnate soprattutto nel settore del commercio e dei servizi e con contratti più precari hanno subito di più la crisi economica legata alla pandemia da Covid.
Il divario è meno forte se si guarda all'occupazione maschile con una percentuale complessiva di occupazione in Italia tra i 15 e i 64 anni del 67,2% nel 2020 a fronte del 72,8% medio Ue. In molte regioni del Nord il tasso di occupazione degli uomini è superiore a quello medio in Europa come ad esempio la Lombardia (74,3%) e l'Emilia (75,5%) mentre in diverse regioni del Sud si supera di poco un uomo al lavoro su due in questa fascia di età. In Campania e in Calabria il tasso di occupazione è al 53,3% mentre in Sicilia è al 52,9%, una regione in cui è aumentato nel 2020 (dal 52,6%) nonostante la pandemia insieme al Friuli Venezia Giulia. In Germania l'occupazione degli uomini è del 79,1% in media ma raggiunge l'85,6% nello Schwaben.
Se si guarda al tasso di occupazione complessivo l'Italia con il 58,1% (in calo dal 59% del 2019) è il paese con il più basso tasso in Ue dopo la Grecia ma a causa dei forti divari a livello territoriale ha tre regioni tra le cinque peggiori in Europa superato solo dalla Mayotte e dalla Guyana, territori d'oltremare francesi. Se il divario complessivo rispetto alla media Ue (67,6%) è di 9,5 punti supera i 26 punti per la Campania che nel 2020 si ferma al 40,9%. La situazione è di poco migliore per la Sicilia (41%) e per la Calabria (41,1%).
Volendo escludere dall'analisi la fascia dei giovanissimi per i quali in Italia è ancora molto difficile trovare lavoro e quelli over 55, nella fascia di età 25-44, ovvero quella nella quale si è concluso sicuramente il percorso educativo e si hanno maggiori energie per lavorare, il Sud è fortemente penalizzato con appena il 48,8% di occupati complessivi in Campania in questa fascia a fronte del 79,8% in Ue. Va ancora peggio per le donne con appena un terzo delle donne occupate in Campania (il 34,1%) a fronte del 74,1% medio in Ue. Anche in questa fascia di età ci sono quattro regioni italiane tra le cinque peggiori in Europa per tasso di occupazione delle donne. (
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