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L'alopecia di Jada Pinkett Smith, il bodyshaming è una questione di genere

L'alopecia di Jada Pinkett Smith, il bodyshaming è una questione di genere

Oltre lo schiaffo di Will Smith agli Oscar lo stereotipo: alle donne essere calve non è concesso

28 marzo 2022, 22:29

(di Agnese Ferrara)

ANSACheck

US-94TH-ANNUAL-ACADEMY-AWARDS---RED-CARPET © ANSA/AFP

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US-94TH-ANNUAL-ACADEMY-AWARDS---RED-CARPET © ANSA/AFP

Jada Pinkett Smith sull’incidente dello schiaffo che suo marito, Will Smith, ha sferrato sul viso di Chris Rock durante la serata degli Oscar per le battute sulla sua testa rasata alla Soldato Jane, al momento non si è pronunciata. L'attrice e cantante americana ai suoi 11,3 milioni di fan che la seguono su Instagram ha postato solo reel dove si mostra ‘pronta’ per la cerimonia. Cinquanta anni, affascinante ed elegantissima in un abito verde aderente e vaporoso con strascico, tacchi vertiginosi, trucco perfetto, sguardo profondo e testa priva di capelli, si è mostrata solo leggermente infastidita nella diretta a causa delle battute del conduttore, solito a prese in giro senza freni, circa la sua alopecia.
E’ l’alopecia areata, una sindrome immunitaria che fa cadere i capelli in aree evidenti del capo.  “L’incidenza e la prevalenza della malattia non si conoscono, ma si è stimato che l’1,7% della popolazione va incontro ad un episodio di alopecia areata nel corso della vita, - precisa una tra le maggiori scienziate sulla diagnosi e la cura delle malattie dei capelli, la dermatologa Antonella Tosti che insegna all’università di Miami, Stati Uniti. - Nel 50% dei casi compare prima dei 20 anni, nel 20-30% dopo i 40. La malattia colpisce in egual misura i due sessi e ha un decorso lento e spesso definitivo”.
Perché Jada Pinkett ha alzato gli occhi al cielo alle infelici battute di Chris Rock? Forse le sono perfino sembrate obsolete, non al marito che ha reagito in modo impulsivo e violento, un esempio di mascolinità tossica è stato detto. Lei ha superato complessi e dubbi da quando nel 2021 si è fatta tagliare via tutti i capelli e sull’argomento si è già pronunciata abbondantemente.
Alle donne essere calve non è concesso? Ridere di una donna perché ha i capelli corti o rasati o non li ha affatto fa leva su stereotipi di genere: la “femmina” deve portare i capelli lunghi, 'femminili' appunto. Ed è una forma pesante di 'bodyshaming' di genere, anzi di l’hair shaming come quello che ha storicamente colpito le donne afro americane per via dei loro capelli ricci e crespi. Discriminazioni scolastiche, vittime di bullismo e problemi sul posto di lavoro: altrettanti esempi dello stigma razzista sui capelli. E poi c'è la questione di genere: una donna con pochi capelli o affatto non è accettata alla pari di un uomo con gli stessi problemi.
“Per me è stato un mix tra una chiamata di tipo spirituale e molto senso pratico, - ha spiegato lei stessa durante il Red Table Talk, il talk show americano vincitore di un premio Emmy  (su Facebook Watch), in una puntata ‘Jada goes bald’ insieme alla figlia Willow (anche lei completamente rasata).  – Mi sono detta ‘bella hai l’attaccatura sempre più alta, fallo subito’ e così l’ho fatto. E’ stato un salto nel vuoto ma ho scoperto molte cose di me stessa. E’ stato liberatorio. Venivo da anni in cui mi valutavo su come piacessi agli altri, mi taravo su come gli altri volessero vedermi, non per come pensavo volessi essere io stessa. Ero immersa in questo mondo, ho deciso perciò di essere me stessa e mi sono liberata, finalmente. Avrei voluto farlo da tanto tempo. Ho lasciato andare via tante cose insieme alle chiome, è stata perciò anche una esperienza quasi mistica, sicuramente di riscoperta”. 
Cosa ha detto il marito Will Smith dei capelli rasati? “Li adora” è la risposta netta di Jada che si è iscritta ad un gruppo social dal nome The Bald Boss Moviment (19mila iscritte sul profilo Instagram), che riunisce, motiva e supporta le donne che non hanno capelli per mille motivi: per malattia (fanno parte del movimento anche bambine in cura oncologica), per calvizie, per donarli, per praticità, per vivere senza fronzoli (magari perché le proprie chiome erano ingestibili) e via dicendo. Insomma per moltissime motivazioni personali.
“I capelli provocano ansia a tutte le donne che raramente ne sono soddisfatte, - ribatte Yvonne Orji, attrice e comica molto rinomata negli Stati Uniti anche per la cornice di chiome ritenute tra le più sexy, che però ha eliminato nel 2020 durante il lockdown. – Ho sempre faticato con i miei capelli. Senza parrucchiere poi mi stavano crescendo come quelli di Krusty il clown dei Simpson, perciò ho preso il tosatore e via!”. Negli Stati Uniti le donne nere spendono 7,5 milardi di dollari all’anno per i prodotti di haircare, - si legge nel profilo di Red Table Talk a cui hanno partecipato anche molte altre donne calve, attrici e donne qualsiasi, rasate, calve, con capelli cortissimi.
Immagina un mondo equo sul fronte delle differenze di genere. Un mondo libero da pregiudizi, stereotipi e discriminazioni. Un mondo diverso, equo e inclusivo. Un mondo in cui la differenza è valorizzata e celebrata. Insieme possiamo forgiare l'uguaglianza delle donne. Collettivamente possiamo tutti’ così recitava in occasione della recente festa internazionale della donna il movimento Alopecia_areata_hub su Instagram a suon di #BreakTheBias, rompi i pregiudizi.
Nel frattempo sempre più giovanissime audaci scelgono la rasatura: l’emblema della bellezza femminile priva di chiome è la top model calva (e cool) di origine russa Yana Dobrolyubova, sempre più richiesta negli ultimi anni.  A Vanity Fair ha dichiarato: “Molte ragazze nascondono la loro calvizie, indossano parrucche perché si vergognano, e anche se non c’è nulla di male (le parrucche divertono anche me), mi riempie di gioia leggere che qualcuna ha deciso, anche grazie a me, di sfoggiare la sua testa calva, senza più paura”.
E in Italia? Giovanissime a parte, dell’alopecia femminile soprattutto ci si vergogna, ribattono i dermatologi. Sembra che, nelle diverse forme, ne soffrano circa 4 milioni di italiane. Le parrucche sono un must anche e soprattutto durante le terapie oncologiche che fanno cadere i capelli. Foulard e turbanti sono anche gli accessori più indossati ma mostrarsi calve è davvero raro. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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