Continua la battaglia degli
ambientalisti contro i concerti sulla spiaggia di Jovanotti.
Dopo le polemiche delle scorse settimane, Italia Nostra torna
oggi sull'argomento con una nota nella quale ribadisce che per
concerti come quelli previsti dal Jova Beach Party "esistono
ovunque in Italia spazi dedicati e idonei, che offrono
attrezzature e servizi per gli spettatori e gli organizzatori, e
che quindi non è necessario utilizzare le spiagge, soprattutto
quelle vicino a parchi o siti naturalistici".
L'impatto di questi eventi di massa sui fragili ecosistemi
costieri, già messi duramente alla prova dalla fortissima
antropizzazione e dall'erosione dei litorali, sottolinea la
storica associazione ambientalista con il presidente Edoardo
Croci, "viene purtroppo regolarmente minimizzato dalle
amministrazioni locali e dagli organizzatori del Jova Beach
Party. Per quanto le azioni di mitigazione proposte siano in sé
meritorie, per ripristinare l'habitat e le piante pioniere di
una duna, far crescere un nuovo albero e assicurare la
sopravvivenza di specie in via di estinzione che vi nidificano
come il Fratino, servono anni e tanta cura e non bastano poche
azioni sporadiche". Per tutelare la biodiversità, ripete Italia
Nostra, "basterebbe non danneggiarla e non aver bisogno, quindi,
di compensazioni che purtroppo sembrano greenwashing". Nel caso
di Ravenna, ricorda in conclusione il presidente Croci, "la
sezione locale ha anche sottolineato la necessità del rispetto
delle normative europee sulla conservazione di habitat e fauna,
sollevando perplessità sui Nullaosta e le Valutazioni di
Incidenza Ambientale rilasciate dagli enti locali".
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