Essere donna e per giunta con una disabilità è ancora un problema in Italia e non solo, e molto c'è ancora da fare soprattutto per far emergere violenze fisiche e psicologiche spesso due volte sommerse. Lo afferma in una intervista all'ANSA, per l'8 marzo, Zoe Rondini, scrittrice e blogger che dalla nascita convive con una disabilità fisica che non le impedisce di essere costantemente attiva nelle battaglie sulla sessualità e la violenza di genere, contro il bullismo e per l'inclusione in tutti i campi.
"Purtroppo - afferma - essere donne con disabilità vuol dire spesso essere disabili due volte. I dati ci dicono che sono maggiormente colpite dalla violenza di genere. Spesso sono vittime degli stessi caregiver o dei partner e hanno paura di denunciarli per paura di rimanere sole, dovendo dipendere da loro anche solo per uscire di casa". La statistica ha finora riconosciuto al secondo posto la violenza contro i disabili rispetto a quella contro le donne per questo motivo, ma gli ultimi dati dell'Istat stanno facendo emergere un iceberg.
Secondo dati forniti dalla direttrice centrale dell'Istituto Lidia Laura Sabbadini alla trasmissione di Raitre 'O anche no', condotta da Paola Severini e di cui Zoe Rondini è consulente, le donne disabili hanno subito violenza fisica o sessuale nel 36% dei casi; la media delle donne complessivamente è del 31%. E' emerso anche che le donne con disabilità subiscono più stupri o tentati stupri delle altre donne e subiscono anche più violenza psicologica e più stalking. Violenze che, insiste Zoe Rondini, sarebbero comunque almeno il doppio, "specie nel caso di donne con piccoli problemi cognitivi che magari hanno più difficoltà a capire il confine tra coccole, amorevolezza e altro".
"L'informazione statistica è fondamentale - ha aggiunto Sabbadini - perchè è proprio attraverso i numeri che abbiamo la possibilità di capire quello che realmente succede e di intervenire conseguentemente e adeguatamente". Lo ha capito anche il parlamento che lo scorso anno ha varato all'unanimità una legge che prevede un'indagine periodica per far emergere il maggior numero possibile di abusi.
Violenze fisiche ma anche bullismo, reale e virtuale, e accesso più difficile ai controlli sanitari. "Ad esempio - afferma Zoe - sono pochissime le donne con disabilità che effettuano regolarmente pap test e mammografie, non solo a causa delle barriere architettoniche spesso ostacoli per qualunque cosa, ma anche per una cultura che, negando ai disabili il diritto alla sessualità, ritiene che un certo tipo di controlli sia inutile, anche se in realtà servono a prevenire i tumori ed è un problema generale di salute". Donne discriminate anche sul lavoro, che, quando ottengono un impiego, hanno spesso salari più bassi.
Zoe Rondini, 41 anni, è attiva da 20 nella difesa dei diritti delle persone con disabilità. Ha scritto due libri, Nata viva, una appassionata autobiografia in cui racconta come 5 minuti di anossia alla nascita abbiano segnato il suo destino, diventata anche un cortometraggio premiato, e RaccontAbili,raccolta di interviste a persone diversamente abili. Cura il blog 'Piccolo genio' e una pagina facebook dedicata ad 'Amore, disabilità e tabù'. Porta avanti, inoltre, un progetto anti bullismo e per insegnare la narrazione di sè destinato alle scuole. Vive da sola, con un piccolo aiuto, da quando aveva 21 anni.
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