Lush, brand di cosmetici freschi e fatti a mano, e Ethical Consumer, società di ricerca e consulenza, annunciano i 17 vincitori della quinta edizione del Lush Spring Prize e assegnano il fondo di 236.000 sterline a favore di progetti di rigenerazione sociale e ambientale, raggiungendo l’importante traguardo di oltre £1 milione devoluto dal 2017 ad oggi. Sono 14 i paesi rappresentati nei cinque continenti: premiati per la prima volta, progetti da paesi come Colombia, Nepal e Madagascar. Il Lush Spring Prize celebra il lavoro di chi si impegna ad aiutare le comunità e la società a prosperare in armonia, sia con la natura che tra di loro, attraverso la creazione di fonti di sostentamento ed ecosistemi sani e resilienti.
Oltre la sostenibilità: rigenerazione
La rigenerazione è un concetto chiave che si propone di portare oltre la sostenibilità i mezzi di sussistenza e le economie, per far rivivere gli ambienti danneggiati e le comunità. Lush Spring Prize nasce proprio al fine di supportare i progetti di rigenerazione attraverso un approccio olistico capace di considerare il modo in cui sono collegate tra loro tutte le cose presenti sul pianeta, per risolvere problemi ambientali, sociali ed economici. L’obiettivo è quello di ripristinare e rigenerare, non semplicemente sostenere, la salute del Pianeta Terra e di ogni singola parte di questo sistema, che si tratti di suolo, acqua, piante, aria, animali o persone.
Tutti i 17 progetti vincitori hanno saputo evidenziare l’utilizzo di approcci capaci di rispondere alle sfide globali e ai conseguenti effetti a catena che si verificano a livello locale: dell'emergenza climatica, alla pandemia Covid-19 fino all’impatto della guerra in Ucraina. Anche se i progetti sono mossi da obiettivi diversi, sono tutti accomunati da un approccio olistico e rigenerativo nella risoluzione delle sfide: molti nascono e rispondono alle esigenze della comunità di riferimento, come nel caso delle organizzazioni gestite da persone indigene, rifugiati e agricoltori.
L’ardua scelta di selezionare i progetti vincitori è stata delegata alla Giuria del Lush Spring Prize, attraverso un processo deliberativo democratico. La giuria si è composta di un gruppo eterogeneo di persone esperte in diverse aree, tra cui il design rigenerativo, la permacultura, la sovranità alimentare, le città di transizione, la biomimetica, le reti di eco-villaggi e membri di movimenti di giustizia sociale. A questo gruppo di persone si sono uniti, inoltre, due giudici indipendenti selezionati tra i clienti e lo staff Lush.
La quinta edizione del Lush Spring Prize ha ricevuto oltre 350 candidature da 40 paesi, tutti i continenti ad eccezione dell'Antartide. La rosa dei finalisti è stata portata a 73 progetti. Tra i finalisti anche l’italiana Rocciaviva, un'associazione nata a Matera nel 2016 dall’idea di un piccolo gruppo di amici che, dopo anni di esperienze in Europa e nel mondo, hanno scelto di tornare in Basilicata. Accomunati da un forte senso di appartenenza al territorio, da solidi valori comuni e dalla consapevolezza di poter “fare di più”, operano per diffondere i principi e la conoscenza della permacultura, della salvaguardia dell’ambiente, della riforestazione delle aree di degrado a Matera e in Basilicata. Si battono per la costruzione di una rete sul territorio, con una forte attenzione sia all’aspetto ambientale sia a quello sociale.
Tra i vincitori del Lush Spring Prize 2023 si registrano progetti candidati dal Nepal, Nicaragua, Palestina, Madagascar. Rappresentano comunità provenienti da ogni parte del pianeta e ognuno di loro lavora per riportare in vita paesaggi degradati, aumentare l’accesso alle risorse, alle informazioni e alle competenze per costruire alternative alla cultura dominante della degenerazione, ripristinando gli ecosistemi, generando risorse e aumentando solidarietà, salute e resilienza. Ecco alcuni progetti e le relative categorie.
● Himalayan Permaculture Centre (Nepal) - Established Award L'Himalayan Permaculture Centre (HPC) è un’organizzazione non governativa guidata dai principi della permacultura, che opera nelle comunità agricole remote, povere e prive di risorse nel Nepal Occidentale. HPC si occupa della gestione di progetti rigenerativi in collaborazione con le comunità locali di 31 villaggi; adotta un approccio intersettoriale unico, volto a integrare sicurezza e sovranità alimentare, salute, istruzione, mezzi di sussistenza e sviluppo delle capacità. Grazie a questo lavoro ha saputo creare una rete di villaggi capaci di sostenersi abbracciando una varietà di mezzi di sussistenza, cultura e biodiversità, che le persone non sono costrette ad abbandonare a causa della povertà.
● Rawa Fund (Palestine) – Influence Award Rawa lavora per sostenere e rafforzare un ecosistema sociale palestinese emancipato e resiliente. Auspicando una società libera, in grado di autodeterminarsi, giusta e partecipativa, Rawa vede le comunità intersezionali come la chiave del popolo palestinese per accedere al potere, condividere le risorse e sostenere il benessere collettivo. Rawa ha lanciato il modello pilota di sovvenzioni partecipative e sostegno olistico nel 2018; da allora sono state assegnate oltre 60 sovvenzioni a iniziative comunitarie in Cisgiordania, Gerusalemme e Gaza.
● Cooperativa Agropecuaria de Servicios Tonanzintlalli (Nicaragua) – Young Award La Cooperativa Tonanzintlalli è stata fondata da 23 donne indigene di Matagalpa per coltivare il caffè biologico con metodi rigenerativi sotto alberi da ombra, in una giusta relazione tra la terra e le persone della comunità. Il progetto è volto a recuperare, promuovere, difendere le conoscenze ecologiche e culturali indigene, e al contempo favorire l’autodeterminazione economica e politica delle donne della Cooperativa. La parola Tonanzintlalli significa Sacra Madre Terra: la cooperativa si impegna a sostenere i diritti della Madre Terra e tutelare il rapporto sacro con tutte le sue creature.
● Taniala Regenerative Camp (Madagascar) – Intentional Award Il nome dell’organizzazione Taniala nasce dall’unione di due parole malgasce: "Tany", che significa sia "terra" che "suolo", e "Ala", che significa "foresta". Il Taniala Regenerative Camp promuove in Madagascar pratiche rigenerative di utilizzo del suolo che siano capaci di rispondere ai bisogni locali, accessibili e sostenibili. L'obiettivo è favorire la rigenerazione della foresta attraverso tecniche di agricoltura sostenibile e lasciare il suolo vivo in eredità alle future generazioni del Madagascar. Il primo campo rigenerativo è stato creato nel 2022 a Lambokely, un villaggio che ha accolto migranti in fuga da carestie e siccità.
● Instituto Janeraka (Brazil) – Ancient and Indigenous Wisdom Award (in collaborazione con Be The Earth Foundation) L'Istituto Janeraka nasce nella regione amazzonica di Altamira, dalla stirpe Awaete, una popolazione con meno di 50 anni di contatto con la società globale. La popolazione Awaete si batte contro la violenta invasione dei suoi terreni e ha affrontato numerose sfide psicosociali ed ecologiche, tra cui le conseguenze del genocidio e dell'etnocidio. Queste sfide non hanno fatto altro che aumentare con la costruzione di centrali idroelettriche e di attività minerarie, culminando in una delle peggiori deforestazioni del mondo, una minaccia per l'esistenza della popolazioni, della terra e della foresta - non solo nella regione amazzonica ma in tutto il pianeta.
● Sol Haven (UK) – Permaculture Magazine Award (in collaborazione con Permaculture Magazine) La comunità Sol Haven nasce nel gennaio 2018 dalla passione dei fondatori per l'agricoltura sostenibile e a seguito delle loro personali esperienze come senzatetto. L’obiettivo era quello di creare un hub di permacultura in tutto il Regno Unito, che potesse rappresentare una vetrina per le arti e i mestieri rurali e al contempo diventare una fonte di cibo locale sostenibile. Più in generale, il progetto si propone di esplorare, sviluppare e creare un ambiente pratico che possa essere utilizzato per determinare un oggi migliore e un domani di speranza.
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