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Back to office senza stress in quattro mosse

Back to office senza stress in quattro mosse

Lavoratori scontenti prima di ricominciare. Come affrontare l’autunno con colleghi e uffici

29 agosto 2024, 20:07

di Agnese Ferrara

ANSACheck
Il ritorno a lavoro in città foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ritorno a lavoro in città foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si ritorna in ufficio, si ricomincia a cercare il parcheggio per l’automobile, si sogna lo smart working, si organizza la vita dell’intera famiglia, si riprende a pensare ai nodi non risolti sul lavoro e perfino ai capi e ai colleghi meno graditi. Insomma l’anno inizia a settembre, come sostengono molti specialisti, mental coach e psicologi, e non tutti partono ottimisti. Che l’aria che si respira sul lavoro non sia sempre ossigenante si sa e i ‘lavoratori feriti’ da attriti e stress aumentano di anno in anno. Ai salari non all’altezza delle necessità e delle aspettative e a contratti deboli, si aggiungono comportamenti sleali e bullismo tra colleghi e superiori a dipingere un quadro poco roseo. Le difficoltà nei rapporti professionali sono un pensiero di molti tanto che, tra i best seller delle piattaforme di e-commerce più battute, è risalito il manuale ‘Come trattare gli altri e farseli amici’ ritenuto un grande classico del self help scritto da Dale Carnegie pieno di consigli pratici per rinnovare i nostri schemi mentali, pensare in modo critico e aprirsi a nuovi orizzonti.
 

 



E’ nei best seller anche il nuovo libro ‘ Back to the office- Sfide ed Opportunità per Aziende e Lavoratori’ di Francesco Di Liberto dedicato al mondo del lavoro in continua evoluzione. “Il ritorno in ufficio si presenta come un bivio cruciale per aziende e lavoratori, spiega l’autore che snocciola idee e soluzioni sulla formazione informale, l'ambiente fisico dell'ufficio che può plasmare la cultura aziendale, favorire l'innovazione e promuovere un equilibrio vita-lavoro più sano.

Molto dipende davvero dai manager, i capi, i superiori, come si dice? “I datori di lavoro possono sostenere il benessere dei lavoratori che tornano dalle vacanze e dai congedi, - sottolinea Ian Talbot, Ad di una company inglese, su Forbes ricordando che per ottenere una ideale produttività aziendale ci si deve concentrare anche sulla felicità ed il benessere della propria forza lavoro. Tra i must per le aziende, cita Talbot, ci sono strategie efficaci di supporto per trattenere le donne, consentendo loro più flessibilità, smart working e turni che tengono conto della loro famiglia, supporto emotivo incluso. E supportare le lavoratrici in menopausa, con dispositivi di regolazione della temperatura e concessioni su divise e dress code. Inoltre valorizzare i lavoratori e permettere ai più anziani modalità di lavoro più flessibili, con la certezza che migliorerà il rendimento. Infine pensare al benessere mentale di dipendenti e collaboratori con dialoghi comuni su come ottimizzare il rendimento, risolvere questioni e benefit/accordi per il supporto psicologico o tecniche di rilassamento.

Sono dedicati invece a tutti i lavoratori quattro principi da seguire per affrontare il rientro in ufficio in modo soft e lavorare sereni. “E’ un gioco di equilibrio”, afferma Jason Walker della Adler University di Chicago che studia il benessere mentale sui luoghi di lavoro. L’esperto ha appena pubblicato i punti cardine da seguire per riuscire a mantenersi in equilibrio stabile da adesso in poi. 

“Primo must da realizzare è stabilire dei limiti, ovvero fare un programma di disponibilità al lavoro e rispettarlo”, precisa l’esperto. Nessuno strappo alla regola è concesso con la convinzione che mantenere quei confini stabiliti regalerà una migliore efficienza, capacità e ‘skills’ durante le ore lavorate. Come farlo rispettare anche dai superiori che chiedono compiti extra? Se una tantum si può dare loro retta a fronte di una emergenza, per il resto del tempo è bene mantenere il punto e continuando a lavorare sereni ed in modo efficiente durante l’orario di lavoro. Insomma il capo capirà e smetterà di chiedere troppo, pare.

Secondo punto – valutato e avallato dagli studiosi – è la strategia di integrare le pause. Concedersele, a cadenza regolare. Una sgranchita di gambe, il caffè alla macchinetta o al bar, una passeggiata, uno sguardo fuori, cercando l’orizzonte, uno squarcio di sole, il verde degli alberi. Fermarsi non significa lavorare di meno, garantisce Walker che “fare delle pause aumenta l’efficienza e la produttività”.

Il terzo punto segreto per lavorare sereni risiede nel venerdì, il giorno della settimana che introduce il weekend. “Il venerdì ottimizza il tuo spazio di lavoro - precisa Walker, – organizzando un’area bene illuminata, che favorisca calma e concentrazione”. Come dress code del venerdì inoltre ci si può concedere un look meno rigoroso e più comodo. Se possibile è bene approfittarne.

Il quarto segreto per ricominciare con serenità è di praticare la ‘consapevolezza’. Come si fa? “Dedicando cinque minuti a pratiche di awareness, - invita lo studioso. – Dalle tecniche di respirazione alla meditazione, per alleviare lo stress. Da fare il più spesso possibile, anche nelle brevi pause”.

Chiude il tema del ritorno (sempre più critico) al lavoro osservando il luogo fisico dedicato al lavoro un libro schizzato adesso in cima ai best seller mondiali su Amazon (in lingua inglese). E’ ‘Back to the Office: 50 Revolutionary Office Buildings and How They Sustained’ scritto da un pool di autori. Il problema dello stress e dei conflitti crescenti dipende anche dagli stessi uffici, come luoghi fisici. Come risolverlo? Andandoci sempre meno come ad esempio fanno sempre di più i lavoratori a Londra (dove moltissime company hanno chiuso i battenti dei loro building ai tempi del Covid per poi aprire solo uffici più piccoli di rappresentanza o showroom facendo lavorare invece i dipendenti da casa (in ufficio solo per le riunioni strategiche).

“Abbiamo acquisito un rapporto conflittuale con l'ufficio, dalla pandemia in poi – precisano gli autori del volume. – Si è diventati più intolleranti a tornare a lavorare in spazi condivisi fisicamente, ci stiamo anche chiedendo se gli uffici, e i ritmi esigenti e alienanti che possono imporre, siano davvero necessari. Anche gli uffici stessi sono soggetti a forze intollerabili con normative edilizie e strategie manageriali che cambiano sempre più spesso. Gli uffici vengono così abbattuti, spogliati, ripensati e rinnovati con allarmante frequenza”. Gli autori osservano mura e design, materiali e progettazione di ‘cubicoli’ o open space tracciandone i significati che hanno incarnato fino ad oggi per delinearne un futuro abbastanza incerto, includendo i progetti di uffici iconici di SOM, Ludwig Mies van der Rohe, Arne Jacobsen, Gio Ponti, Le Corbusier, Kenzo Tange e molti altri nel mondo.

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