/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Baby influencer, le star del web nuovo fenomeno, ecco chi sono

Baby influencer, le star del web nuovo fenomeno, ecco chi sono

Da Ryan Kaji a Leone Fedez. Il marketing digitale li adora

13 settembre 2021, 12:31

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

Ryan Kaji (@ Ryan ToysReview) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ryan Kaji (@ Ryan ToysReview) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Ryan Kaji (@ Ryan ToysReview) - RIPRODUZIONE RISERVATA

C'è un nuovo fenomeno che si sta facendo notare, quello dei baby influencer, i bambini e i pre adolescenti seguiti sul web e sui social dai loro coetanei. Un qualcosa di nuovo, che può scandalizzare ma che va inquadrato in una società, come quella in cui viviamo, fortemente interconnessa e in cui le piattaforme digitali di ciascun tipo sono un prolungamento immateriale delle nostre persone, spesso un mondo per comunicare anche con empatia.
Il tema di vita reale e vita social è uno dei grandi dibattiti di questo tempo fluido e se lo pensiamo in relazione all'infanzia è ancora più portatore di domande. Ma tanto è. Nell’immaginario collettivo i bambini devono solo fare i bambini: giocare, andare a scuola, fare sport, cose da bambini appunto. Niente di più lontano dai baby influencer,  capaci di fare tendenza grazie a like, visualizzazioni e commenti, vero e proprio fenomeno dei social media e quindi del marketing moderno, come osserva Eurispes che al tema ha dedicato un approfondimento.
Ponte di collegamento perfetto tra brand e consumatori finali, l’influencer – o meglio “Content Creator” - non è una semplice professione, ma rappresenta un vero salto evolutivo. L’Homo Influencer è proprio questo: un salto di specie che riformula i comportamenti sociali. Come sostengono in un libro recente di Gribaudo l'imprenditore Gianluca Perrelli e l’esperta in content strategy e gestione dell’innovazione Marta Migliore. E anche se ogni settore ha i suoi influencer -moda, travel, food, beauty, i meccanismi in generale sono gli stessi. E questo vale anche per il settore kids.
I baby influencer sono un vero e proprio fenomeno dei social media e quindi del marketing moderno. Il valore degli investimenti, come unico criterio, è rappresentato dalle visualizzazioni: chi riesce a raccoglierne in maggior numero è in grado di raggiungere profitti attraverso i contenuti diffusi sulla Rete, semplicemente perché attraggono la maggior parte di pubblico. Tanti genitori si sono accorti che uno dei temi che più piace agli utenti è quello inerente i propri figli: di fatto, qualsiasi cosa veda protagonista un bambino, anche molto piccolo, attira visualizzazioni e di conseguenza guadagni. 
Nato negli Stati Uniti, dove i baby influencer sono già moltissimi, il fenomeno riguarda ormai anche l’Italia e il resto d’Europa, anche se con una frequenza e una incidenza minore rispetto agli Usa, ma forse è solo questione di tempo.
Spesso si tratta di figli di celebrities, già note su Instagram o in ambienti televisivi che, grazie al seguito dei genitori, riescono ad avere maggiore visibilità. Non mancano, tuttavia, bambini che sono riusciti a costruire una propria community fedele senza l’aiuto di profili già affermati. YouTube, Instagram, TikTok sono i loro habitat.
Qualche nome: Ryan Kaji ha 9 anni e con il suo canale YouTube Il mondo di Ryan, cui lavora con tutta la famiglia genitori e sorelle, ha vinto diversi premi Kid's Choice ed è a quota 30 milioni di follower e un totale di oltre 47 miliardi di visualizzazioni a giugno 2021. Secondo Forbes è tra le star di YouTube più pagate degli ultimi anni (nel 2019 26 milioni di dollari). Ha cominciato nel 2015 e subito all'inizio ha sostituito il suo vero cognome, Guan, con quello di finzione Kaji. Con le sue recensioni ha influenzato sul mondo dei giocattoli e recentemente ha dato vita ad una linea toys con il suo nome. Con il ragazzino e la famiglia ora lavora un team di 30 persone. Su Instagram le gemelline Taytum e Oakley Fisher, completamente identiche, hanno poco meno di 30 milioni di follower, partecipano alle sfilate moda bimbo, pubblicano post con in bella vista i marchi dei prodotti per fare colazione e così via.

 E' una top star adolescente la filippina Niana Guerrero, ballerina di 15 anni e creatrice di contenuti: vanta 13,5 milioni di follower su Instagram, 13,8 follower su YouTube e 26 milioni di follower su TikTok. Ha solo 8 anni ma è già un'autorità in tema moda la baby influencer americana Everleigh Rose Soutas da 5 milioni di seguaci Instagram. Per citare solo alcuni.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Everleigh Rose (@everleighrose)

 In Italia c'è Gaia Buru Buru, solo 5 anni, romana, già con 30mila follower e contratti moda: è su Instagram e TikTok ma anche sul web con un blog aggiornato ogni giorno. Certamente famosissimo e davvero simpatico è Leone, figlio di Fedez e Chiara Ferragni, non ha un suo profilo ma con il marketing influencer ha a che fare da sempre, già seguito dalla sorellina neonata Vittoria.
E' evidente che non sono i bambini a gestire direttamente i loro profili e a contrattare con i brand con cui collaborare. L’intervento dei genitori è sempre necessario, spesso accanto ai nomi del baby influencer c'è quello della madre o del padre: un passaggio necessario per il risvolto legale del fenomeno (ma anche per i profitti). I genitori, in quanto tutori legali del minore, devono autorizzare la pubblicazione on line di immagini che lo ritraggono.Difficilmente papà e mamma pongono tutto questo in un'ottica commerciale. "Vogliamo condividere sui social la nostra vita felice" è la frase di rito. Che poi sia un'opportunità di guadagno è implicito. 
Siamo in presenza, segnala l'Eurispes, di uno di quei temi destinati a dividere l’opinione del pubblico: se da una parte c’è chi approva, dall’altra sono in molti a ritenere che questa forma di esposizione rappresenti un vero e proprio sfruttamento dell’immagine del bambino che lo espone, inoltre, a rischi dai quali non sempre è possibile tutelarli. Quale che sia l’opinione sui risvolti etici e di sicurezza, è certo che il fenomeno dei baby influencers è sempre più al centro dell’interesse delle aziende alle quali permette di raggiungere un pubblico, quello dei bambini appunto, con il quale non è facile interagire.
Uno studio dell’agenzia di comunicazione Hotwire sul rapporto tra la “Generazione Alpha” (i nati tra il 2010 e il 2020) e la tecnologia afferma che il 12% dei bambini è influenzato dagli influencer conosciuti in Rete. Mentre la pubblicità tradizionale riscontra sempre meno successo con le nuove generazioni, quella digitale è capace di mettere in atto una comunicazione più empatica e, quindi, più efficace. Le principali partnership con i brand riguardano giocattoli, promozioni di cartoni animati o, soprattutto, moda.
I dati sono indicativi: il mercato della pubblicità digitale per bambini varrà $ 1,7 miliardi entro il 2021, secondo il report 2019 di PwC e si stima che continuerà a crescere di oltre il 20% annuo.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza