Blu cielo e mare, verde Murgia, bianco calce, rosso fuoco dei tramonti: la Puglia è anche un viaggio nei colori. Ognuno di questi rimanda a luoghi e situazioni da scoprire, a volte più conosciuti, a volte inediti. A fare da guida il libro 'Puglia viaggio nel colore' di Enrica Simonetti, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno con le fotografie di Nicola Amato (Adda Editore. pp. 246, euro 25,00).
Apripista di questo itinerario cromatico è il blu, colore a cui gli antichi attribuivano poteri magici, evocato anche dal grande Domenico Modugno. Blu come il mare nelle sue tante sfumature, dalle isole Tremiti fino al Salento. E blu abbagliante come l'inconfondibile cielo della Puglia. "Alla fine della penisola italiana - scrive l'autrice - il blu non diventa mai un blues, ma un colore vitale, attivo". Si passa poi al verde della Murgia e dei fichi d'india, ma soprattutto al verde dei 40 milioni di ulivi che popolano la regione colpiti dal dramma della Xylella fastidiosa.
Altro colore dominante in Puglia è il bianco della calce. E' nelle città antiche come Ostuni, nei trulli, nelle chianche (pietre) di Barivecchia, della Basilica di San Nicola e della Cattedrale. E anche dell'imponente cattedrale di Trani che si staglia sul mare. Pietra bianca e millenaria che racconta i centri storici e che caratterizza pure i muretti a secco, ora patrimonio dell'Unesco. Il rosso, infine è quello dei campi di pomodori e papaveri, delle cave di bauxite di Otranto (un panorama che mette i brividi) e dei Teatri, dal Petruzzelli a quelli di Noicattaro, il più piccolo del mondo e ancora chiuso.
Il viaggio a colori nella Puglia è corredato da foto e anche da aneddoti che ci restituiscono eventi storici e leggende, "un continuo confronto tra un passato che non esiste più e un futuro che deve ancora arrivare". Ci sono sprazzi di modernità e richiami a ieri a tutto ciò che questa terra è stata. E non mancano scoperte e luoghi lontani dai depliant per celebrare una regione che, nonostante il boom turistico, può essere ancora incontaminata. "Nel disordine della bellezza - spiega Enrica Simonetti - regna la perfezione di un Sud che non è un marchio da esportare, ma soprattutto una meta interiore".
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