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Coronavirus, la prima cosa quando sarà finito? Due, caffè e abbracci

Coronavirus, la prima cosa quando sarà finito? Due, caffè e abbracci

Migliaia risposte su prima cosa da fare quando sara' tutto finito

13 marzo 2020, 20:03

di Francesca Cossi

ANSACheck

Due giovani si abbracciano in strada foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Due giovani si abbracciano in strada foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Due giovani si abbracciano in strada foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

"La prima cosa che farete quando tutto sarà finito?": una domanda semplice ma anche un messaggio di speranza che si proietta al positivo, un modo per condividere bisogni, desideri e sogni di normalità in un momento difficile e delicato per tutta l'Italia. Una domanda, pubblicata dalla pagina del Collisioni Festival - festival rock di letteratura e musica in collina che si svolge a Barolo (Cuneo) - che ha visto migliaia di risposte in una manciata di minuti. "Torno a trovare la mia mamma, l'abbraccio forte e poi andiamo a fare un giro insieme per tutto il giorno", scrive Alessandra. "Abbraccerò il mio fidanzato lontano", si aggiunge Debora, ma anche "una passeggiata in spiaggia", una "nuotata nel mare", un "gelato al parco", "un caffè al bar", natura e condivisione, un fiume di pensieri e desideri autentici e commoventi. Azioni che fino a qualche settimana fa erano ordinarie, quasi sottovalutate da tutti. Una normalità che dopo questo periodo di emergenza acquista nuovi significati, come dice Arianna: "Farò le stesse cose che facevo prima. Cose semplici e banali che, ora, mi mancano da morire". C'è un bisogno di liberà e di contatto, di vivere tra la gente magari ammassati, a urlare e ballare, come dice Samantha: "Super concerto, ho voglia di stare in mezzo a tante persone e ascoltare musica fantastica" oppure c'è chi scrive "prenoterò un volo", dopo i tanti annullamenti degli ultimi giorni. "Scenderò in strada ad abbracciare e baciare tutti quanti, persone, animali, macchine, alberi, pali della luce, tutto. Persino quell'odiosa della mia vicina di casa che non sopporto", scrive Sarah senza perdere l'umorismo. In tanti sono decisi ad andare in ospedale per ringraziare medici e infermieri con la consapevolezza di non poter dare più nulla per scontato, perché la libertà di cui normalmente abbiamo tutti goduto è in realtà un grande privilegio. La domanda del Collisioni Festival rimbalza in poco tempo su tanti profili social, pagine pubbliche e private. Uno scambio di parole, quasi una chiacchierata a distanza per sentirsi più vicini e immaginare già quando tutto sarà finito, quel bisogno di abbracciare e poi festeggiare la fine delle difficoltà.

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