C'è una storia poco nota da raccontare e anche con una certa urgenza, conosciuta magari solo agli studiosi. Una storia che ha a che fare con la memoria che dobbiamo preservare per il passato e che come sempre deve aiutarci a non dimenticare e a comprendere meglio il presente. Al di là del fatto che esce per il Giorno della Memoria 2021 (per ora sulle piattaforme On Demand su CG Digital, iTunes, Google Play, Chili), Terra Promessa è una vicenda incredibile: l'epopea dei sopravvissuti ai campi di concentramento, estraniati, senza radici, senza un posto dove andare, trasportati clandestinamente da Aliyah Bet, progenitore del Mossad, in Israele, nel paese che si stava costruendo.
Questo flusso, per la maggior parte dell'est Europa, di derelitti umani, di orfani che di notte chiamavano mamma e papà, di persone che avevano perso tutto e avevano vissuto l'inferno dei campi, ha attraversato il nostro paese, dalle Alpi raggiungendo tante località - da Merano a Fano, a Monopoli, La Spezia, Marina di Pescia Romana nel grossetano, a Santa Maria al Bagno vicino Nardò in Puglia - per poi, tra incredibili difficoltà, riuscire a partire su pescherecci costruiti da loro stessi o su navi giunte appositamente, in una traversata clandestina dello stesso Mediterraneo che oggi vede la rotta percorsa al contrario dai migranti.
Il film documentario di Daniele Tommaso, prodotto dall'Istituto Luce-Cinecittà, è una scoperta continua di posti, di volti, di storie minime e di grandi personaggi come Ada Sereni e il polacco Yehuda Arazi, il grande condottiero di questa odissea, uomo dei servizi segreti israeliani, considerato oggi per la sua opera tra i fondatori del moderno stato di Israele. Ada Sereni, che era nata a Roma nel 1905 (morta a Gerusalemme nel '97), è stata un'esponente di spicco del movimento sionista, con il marito compagno di liceo al Mamiani, Enzo (morto a Dachau dopo essersi fatto paracadutare in Italia dopo la linea del fronte), nel '28 era emigrata in Palestina per costruire l'utopica Erez Israel, la Terra d'Israele, e nel '45 tornò in Italia per questo progetto da lei stessa raccontato nel libro 'I clandestini del mare: l'emigrazione ebraica in terra d'Israele dal 1945 al 1948'(Mursia).
"Ho impiegato due anni a realizzare questo documentario - racconta all'ANSA Daniele Tommaso - che ha tantissime immagini degli archivi del Luce e di altri archivi che ho potuto utilizzare, dallo Steven Spielberg Jewish Film Archive al film The Illegals di Meyer Levin che nel '47 aveva filmato il viaggio di una di queste navi. Via via che venivo a conoscenza delle storie, delle rotte di queste centinaia di persone che attraversavano a piedi le montagne, venivano ammassate nei camion, pativano situazioni terribili con l'obiettivo di raggiungere la terra promessa, mi è apparsa davanti una incredibile mappa dell'Italia accogliente. In ogni frase, in ogni testimonianza è venuto fuori come la popolazione italiana abbia dato a questi sopravvissuti, polacchi, romeni, jugoslavi, austriaci, una solidarietà e un aiuto incredibile mettendo a disposizione quel poco che anche da noi era rimasto nell'immediato dopoguerra. Non voglio dire un risarcimento delle leggi razziali, certo, ma una sorta di nostro piccolo riscatto". Di tutte quelle persone - dall'Italia in quei tre anni ne partirono 3500 (analoghe storie anche dalla Francia) - ad oggi nessuna o quasi è praticamente sopravvissuta: così Daniele Tommaso ha parlato con i famigliari di Ada Sereni e di Yehuda Arazi e convocato nel kibbutz di Givaat Brenner tutte le famiglie di quei protagonisti, raccogliendone preziose testimonianze di racconti con cui erano cresciuti. Come quelli di una donna nata durante una traversata e un'altra venuta alla luce nel teatro 5 di Cinecittà. Sì, proprio lo studio di Fellini che Ada Sereni e l'organizzazione avevano trasformato nell'immediato dopoguerra in ricovero per famiglie di sopravvissuti ai campi di sterminio, una storia davvero incredibile. "Su tutto spicca la vicenda di La Spezia - aggiunge Tommaso - dove centinaia di clandestini in procinto di partire furono bloccati dagli inglesi - in tutta questa vicenda sono i 'nemici', ndr - ma che loro con uno sciopero della fame clamoroso portarono alla ribalta internazionale facendo scoppiare un caso diplomatico".
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