Solidarietà femminile, abuso emotivo
e psicologico, ovvero amore tossico. Tutto questo in ALICE,
DARLING, film diretto dalla regista Mary Nighy, in sala dal 4
maggio con Notorious Pictures, con protagonista Alice (Anna
Kendrick), una giovane che da diverso tempo è sepolta in una
relazione psicologicamente violenta con il suo fidanzato Simon
(Charlie Carrick).
Quando le sue amiche storiche, Tess e Sophie (Kaniehtiio Horn
e Wunmi Mosaku), vista la situazione, le chiedono di trascorrere
una settimana di vacanza insieme al lago, Alice decide di
partire dicendo però una bugia a Simon. Durante questa vacanza
la ragazza riflette molto sulla sua relazione anche grazie
all'aiuto delle sue amiche che la mettono spesso alla prova.
Alice comincia così lentamente a intravedere un po' di luce e a
ritrovare se stessa, ma non sa che Simon, e il suo narcisismo,
non mollano così facilmente la presa. L'uomo si presenta infatti
nella casa sul lago dove la sua Alice si trova con le sue amiche
con tutta l'intenzione di riportarla indietro.
Tra i pregi di questo film, anche secondo gran parte della
critica americana che lo ha accolto positivamente, il fatto che
il rapporto di sudditanza psicologica di Alice verso Simon non
cavalchi facili violenze o altro, ma sia invece fatto da mille
piccole sfumature apparentemente del tutto innocenti. Una scelta
coraggiosa, meno spettacolare, ma sicuramente più vicina a
quelle violenze senza fuochi d'artificio, ma per nulla meno
devastanti.
"Ho fatto molte ricerche sul controllo coercitivo che da poco
è diventato un crimine nel Regno Unito dopo alcuni casi
eclatanti di donne sposate per tanti anni prima di uccidere i
loro mariti - dice l'attrice e regista inglese trentottenne -.
Donne, come è emerso nel corso dei loro casi giudiziari, che
erano state completamente controllate durante tutto il loro
matrimonio dai loro mariti".
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