Il Museo nazionale dell'Automobile di Torino racconta i 50 anni della Fiat 127, protagonista della mostra "Che macchina!", curata dal giornalista Giosuè Boetto Cohen con la Fondazione Manzoni. Un'esposizione per celebrare la storica vettura e l'uomo che ne concepì la forma: Pio Manzoni, in arte Manzù, figlio di Giacomo, scultore affermato. Si potrà visitare fino al 5 settembre.
In esposizione 7 modelli dell'utilitaria presentata nel 1971 e acclamata Car of the year l'anno successivo: l'automobile spaziosa dentro e piccola fuori, brillante e sportiva, rimasta in produzione nelle molteplici versioni per 16 anni. La 127, prodotta in oltre cinque milioni di esemplari, ha rappresentato nella storia della Fiat una tra le vetture di maggiore successo.
In mostra due 127 della prima serie, la Rustica, la Sport, la Top, la Panorama e la City Taxi. Ci saranno i disegni originali dell'Autonova Fam del 1964, primo piccolo monovolume della nostra era, insieme alla sua versione Gt e il modello in scala dell'Autobianchi Coupè.
"La Fiat 127 è stata la mia prima auto - racconta Benedetto Camerana, presidente del Mauto - seguita da tre altre, una delle quali era un modello Sport. Pio Manzù era molto amico di mio padre Oddone, responsabile per lunghi anni della Pubblicità e Immagine Fiat". Accanto alle vetture, alcuni iconici oggetti di design realizzati da Pio Manzù: dalla lampada Parentesi, considerata un unicum nella storia del design, premio Compasso d'Oro (1979), a Cronotime, il primo orologio a transistor; dal portaoggetti Kartell al progetto di Parchimetro, prodotto di industrial design. "Il Mauto ha mantenuto la sua vitalità e capacità propositiva in uno dei periodi più difficili. E oggi torna a raccontare storie di uomini e di automobili, con due protagonisti: la 127, che portò la Fiat in Europa e vendette oltre cinque milioni di esemplari, e Pio Manzù, progettista diverso da tutti gli altri", aggiunge il direttore del Mauto Mariella Mengozzi.
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