L'Antitrust è andata con la Guardia di Finanza dalle maggiori compagnie petrolifere e ha chiesto dettagliate informazioni sull'onda anomala dei prezzi dei carburanti. Non sono stati diffusi i nomi, ma la verifica riguarderebbe le più importanti società attive sul territorio nazionale e quelle che operano con il proprio marchio. Le loro risposte sono attese in tempi rapidi, nel giro di qualche giorno. Una nota dell'Autorità per la concorrenza comunica l'intervento "a seguito dello straordinario aumento dei prezzi della benzina e del gasolio negli ultimi giorni nonché delle numerose denunce". Le associazioni dei consumatori ne hanno mandate "una raffica", riconosce il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, dirette all'Antitrust e a 104 procure in tutta Italia. Ora sarebbe pronta una maxi class action per milioni di consumatori e imprese danneggiati, se saranno accertati illeciti. Il presidente dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, invita a chiudere le indagini "al più presto per bloccare queste inaccettabili speculazioni". Quello su cui mira a far luce l'azione dell'authority è, in particolare, l'ipotesi di un'eventuale violazione delle norme in materia di abuso di posizione dominante o di intese restrittive della concorrenza. Rientra nelle sue competenze, spiega, "monitorare gli eccezionali incrementi di prezzo che si registrano a volte durante le fasi di crisi". Il modello di intervento è quello dell'azione, nella prima fase della pandemia, a seguito degli aumenti dei prezzi di alcuni beni di prima necessità. In quel caso, la pratica si era conclusa con l'archiviazione. In parallelo si stanno muovendo diverse procure, da Roma a Cagliari o Prato. Hanno aperto dei fascicoli e stanno cercando di acquisire elementi per eventualmente individuare un profilo penale dietro il repentino aumento dei prezzi. Sono arrivate intanto anche delle sanzioni, su singoli casi. Per esempio nel modenese sei distributori di carburante sono stati multati per 6mila euro complessivi dalla polizia perché applicavano ai clienti un prezzo del carburante più alto di quello dichiarato al ministero dello Sviluppo economico, violando la normativa sulla trasparenza. Così la corsa dei prezzi dell'energia vede chi cerca di approfittarsene alla piccola pompa di provincia alla finanza globale. In Italia il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha denunciato la settimana scorsa una "colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini" parlando delle speculazioni sul prezzo del greggio e del gas, in aumento esponenziale nonostante non ci siano problemi di carenza dell'offerta. Non è un problema solo italiano. Oltreoceano, nei giorni scorsi è intervenuto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ammonendo le società petrolifere via Twitter a "non far pagare i loro profitti a spese dei lavoratori americani". "I prezzi del petrolio stanno diminuendo, dovrebbero scendere - ha scritto Biden - anche quelli del gas. L'ultima volta che il petrolio era a 96 dollari al barile, il gas era 3.62 dollari al gallone. Ora è a 4,31".
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