La prima auto a circolare in Italia, alla fine dell'Ottocento, è stata una Peugeot, la Type 3. Era del conte Gaetano Rossi di Schio, in provincia di Vicenza, deputato al Parlamento e imprenditore, fondatore delle Industrie Rossi, poi Lanerossi. L'aveva voluta per spostarsi più comodamente per lavoro nella provincia vicentina, suscitando un certo scalpore. L'auto, ordinata a Parigi il 30 agosto 1892, arrivò pochi mesi dopo, il 2 gennaio 1893: entrata in Italia dalla dogana di Chiasso e portata poi su un treno a Piovene Rocchette, dove Rossi risiedeva. Quell'auto oggi è esposta al Museo dell'Automobile di Torino, che Peugeot, gruppo Stellantis, ha scelto per festeggiare i 130 anni in Italia.
Un'occasione per parlare dei progetti futuri del brand del Leone che va avanti sulla strada dell'elettrificazione e cresce in Italia, dove punta a conquistare quest'anno - ha detto Thierry Lonziano, direttore di Peugeot Italia - una quota del 6-7% a fronte del 5,5% del 2022 diventando il secondo marchio alle spalle di Fiat. Grazie all'arrivo di 5 versioni 100% elettriche nel giro dei prossimi due anni, entro il 2025 - ha spiegato Phil York, direttore Global Marketing & Communication - Peugeot avrà una versione 100% elettrica di ogni modello in gamma per arrivare al 2030 quando venderà solo modelli 100% elettrici. Al Mauto per raccontare la storia della prima auto apparsa sulle strade italiane è venuto anche Alvise Rossi di Schio, erede di Gaetano Rossi. A quell'auto - ha raccontato - non rimase indifferente il senatore Giovanni Agnelli, all'epoca ufficiale dell'esercito in servizio a Verona, che volle provare quel veicolo innovativo diversi anni prima di fondare la più importante casa automobilistica italiana.
La Peugeot Type 3 è a Torino dal 1954 per merito del fondatore Carlo Biscaretti di Ruffia, ma era stata catalogata in maniera non precisa. E' stato uno dei fondatori e segretario del Club Storico Peugeot Italia, Fabrizio Taiana che, a Parigi a inizio 2000 per consultare i registri di produzione, notò quello che per decenni era passato come una vendita fatta in terra francese. Il luogo di destinazione 'Rochette' era in realtà Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza, e quel telaio numero 25 era stato consegnato a un certo Rossi. Cognome diffuso, certamente, ma sicuramente meno delle persone che, all'epoca, potevano permettersi un veicolo così innovativo e costoso: 5.552,20 franchi francesi, equivalenti a 6 anni di stipendio di un operaio.
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