Numeri da record per The Golden Age
Of Rally, l'inedita esposizione che ha portato nelle sale del
Museo Nazionale dell'Automobile una delle collezioni più
importanti al mondo, quella della Fondazione Gino Macaluso per
l'Auto Storica. Un grande viaggio nell'epoca d'oro della
disciplina, iniziato lo scorso ottobre e concluso ieri, che è
stato percorso da oltre 165.153 persone da tutto il mondo.
Giovani, anziani, famiglie, studenti, appassionati e curiosi:
questa mostra, con i suoi diversi focus, è riuscita ad attrarre
e coinvolgere pubblici diversi, offrendo anche nuovi punti di
vista a chi questo sport già lo ama.
Innanzi tutto quello degli accessi al museo, quasi
raddoppiato rispetto allo stesso periodo nel pre-pandemia (2018
- 2019). E tra coloro che hanno visitato il Mauto nel periodo
della mostra figurano diverse personalità di spicco del mondo
dei motori e non solo. Dai grandi piloti e navigatori del
passato (Miki Biasion, Jean Ragnotti, Fabrizia Pons, Tonino
Tognana, Dario Cerrato, Geppi Cerri, Federico Ormezzano, Andrea
Zanussi) a quelli di oggi (Alberto Battistolli, Simone
Campedelli, Andrea Crugnola, Rachele Somaschini), fino ai
tecnici, ai progettisti e agli ingegneri che contribuirono a
plasmare le mitiche vetture (Sergio Limone, Mario Cavagnero,
Vittorio Roberti). E poi tanti altri: Alessandro Bettega, Davide
Cironi, Roman Shchypkov, Andrea Adamo.
"Sono particolarmente soddisfatta per il contributo che,
attraverso questa mostra, abbiamo potuto dare al museo e alla
città, restituendo a Torino quel ruolo di primo piano che merita
nella storia dell'automobilismo: questo è proprio ciò che la
nostra Fondazione si propone di fare", spiega Monica Mailander
Macaluso, presidente della Fondazione Macaluso per l'Auto
Storica. "È la prova che motorismo sportivo, declinato anche
attraverso la cultura dell'automobile, sia una tematica che deve
avere un ruolo di caposaldo strategico per il Museo", afferma
Benedetto Camerana, presidente del Mauto.
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