Chi pensa ad una città senza auto
non pensa agli anziani, ai professionisti, agli artigiani, ai
medici, agli infermieri, ai milanesi che lavorano in centri
sparsi per l'area metropolitana poco raggiunti dal trasporto
pubblico. Tutte categorie per le quali l'auto rimane
indispensabile. Ipotizzare "il dimezzamento delle auto private
entro il 2030 è un provvedimento socialmente iniquo". E' quanto
emerso, fra l'altro, in un incontro organizzato da Automobile
Club Milano sul traffico.
Allo stesso tempo per l'ente bisogna dare priorità ai mezzi
pubblici, alla città metropolitana con al centro un piano
territoriale che punti a una metropoli policentrica con minore
carico antropico capace di distribuire le funzioni primarie in
poli urbani esterni. Fondamentale - è stato detto - è il ruolo
della rete ferroviaria regionale che va valorizzato: il
trasporto pubblico su ferro è indispensabile per i pendolari e
potrebbe giovarsi di stazioni principali attrezzate.
"L'indisciplina stradale domina la città. Oltre ad una nuova
organizzazione della circolazione, è necessario un
sanzionamento, oggi irrilevante, dei comportamenti scorretti di
alcuni utenti della strada", è stato anche osservato.
"Ogni giorno ascoltiamo le esigenze e le richieste di chi ha
a che fare con una mobilità spesso caotica, non sicura, poco
funzionale e costosa. Vogliamo dare voce ai cittadini e
contribuire con precise proposte e indicazioni a dare soluzione
ai loro problemi", ha sottolineato il presidente di Aci Milano,
Geronimo La Russa.
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