"Questo momento non lo considero un punto di arrivo, è piuttosto un punto di partenza". Così John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, commenta la nascita di Stellantis in un'intervista a Le Figaro. A proposito delle sfide che attendono il gruppo con i suoi 14 marchi, Elkann osserva: "La dimensione è un punto di forza, non di debolezza. Psa è riuscita perfettamente a integrare Opel. Idem per Fiat e Chrysler. Sappiamo far convivere, all'interno della stessa famiglia, delle personalità molto diverse".
L'intervista di Bertille Bayart è pubblicata sul Figaro (pagina 20), in edicola oggi. Il titolo è "John Elkann, la buona stella dell'impero Agnelli. il giovane presidente di Stellantis è un ardente difensore del capitalismo famigliare. Confida al Figaro la sua ambizione per il Gruppo che dirige". A proposito della sua fama in Francia Elkann spiega: "Credo che bisogna sapere essere retto e fermo. Bisogna essere chiari sulle basi su cui si è pronti a prendere un impegno. Non fare è anch'essa una decisione, e talvolta è quella buona". Il presidente di Exor sottolinea il ruolo del capitalismo familiare ("le famiglie danno una performance migliore") e smentisce che gli Agnelli siano più investitori finanziari che industriali. "Non è vero. Abbiamo investito in Fiat, nei prodotti e nelle fabbriche. Abbiamo creato tutta la filiera che ha permesso di lanciare la Fiat 500 elettrica. Abbiamo fatto di Jeep un successo mondiale. Abbiamo lanciato dei prodotti super performanti a marchio Alfa Romeo come Giulia e Stelvio. In piena pandemia, abbiamo lanciato la prima Maserati il cui motore è derivato dalla nostra esperienza in Formula 1", afferma.
"Il carattere forte fa parte delle chiavi del successo. Come già in passato, sarò un presidente che ha la grande fortuna di poter lavorare a fianco di un leader molto competente e con il quale condivido la stessa ambizione, la stessa visione e lo spirito da pionieri di cui abbiamo bisogno per scrivere un nuovo capitolo della storia dell'automobile che si annuncia appassionante".
"In Exor non parliamo mai di investimenti, ma di imprese. Quello che è importante è l'impresa, non il nostro peso azionario. La diluizione non significa disimpegno: a volte è la condizione perché l'impresa possa svilupparsi. Noi ci assumiamo questa scelta di imprenditori". Exor è primo azionista del nuovo gruppo con il 14,4%, mentre in Fca aveva il 28,5%.
Il ministro Le Maire? "Ha sostenuto molto, insieme al suo omologo italiano, la nascita di Stellantis, prende le decisioni che reputa giuste".
"Continueremo a investire, attraverso acquisizioni mirate e all'interno dello sviluppo del modello multi-piattaforma. Credo al giornalismo scritto - dice Elkann - un universo in piena trasformazione. Gedi è un gruppo che possiede testate forti (La Repubblica, La Stampa), detiene il 20% del mercato tradizionale e 2/3 del mercato digitale dell'informazione. E' ben posizionato nel fenomeno di consolidamento che interessa i mercati locali. "L'Economist - puntualizza Elkann - fa parte di quelle organizzazioni giornalistiche in lingua inglese che hanno accesso a un mercato mondiale e che, sul modello di quello che è riuscito a fare il NYT, hanno la possibilità di svilupparsi molto, trovando lettori disposti a pagare per l'informazione su un numero crescete di piattaforme".
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