La carenza di semiconduttori e la
ristretta attività lavorativa in Cina, erodono le vendite a di
Toyota, in calo per il secondo mese consecutivo. In gennaio a
livello globale la prima casa auto mondiale ha visto un
rallentamento del 5,6% a quota 709.870 veicoli; nello specifico
sul mercato cinese il calo è stato del 23,5%, in concomitanza
del periodo di festività dell'anno lunare, e lo stop agli
incentivi sulle nuove auto forniti dal governo.
Ridimensionamento anche nel Nord America, nella misura del
12,8%, dove ha influito il declino delle scorte. In lieve
ripresa invece il mercato domestico, +18%, che comunque viene da
una severa contrazione durante la pandemia da Covid-19. Nel
primo mese dell'anno, tuttavia, l'azienda nipponica è riuscita
meglio delle case auto concorrenti a ridurre le criticità
causate dall'insufficienza dei chips ed ha aumentato la
produzione globale dell'8,8% a poco più di 689.000 autovetture,
con miglioramenti negli Stati Uniti e in Europa,
controbilanciando la frenata in Cina. A inizio febbraio Toyota
aveva ridotto la stime sulla produzione globale per l'anno
fiscale che termina a fine marzo di 100mila unità a 9,1 milioni
autovetture che comunque - nonostante la revisione,
rappresenterebbe il primato per la casa auto nipponica. A questo
riguardo l'azienda ha detto di aspettarsi un'output di 750mila
unità in febbraio, sugli stessi valori dell'anno scorso, seguita
da 900mila veicoli in marzo, che - anche in quel caso -
rappresenterebbe un record su base mensile.
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