Dal futuro dell'auto, 'non soltanto elettrica', agli obiettivi di Alpine in Formula Uno, fino alla rimodulazione dell'alleanza con Nissan e Mitsubishi: Luca De Meo, ceo di Renault, parla a tutto tondo dell'automotive. E sceglie il contesto informale di Locorotondo, in Puglia, borgo d'origine dei genitori: luogo al quale è tutt'ora legatissimo, dove ogni anno trascorre un periodo di vacanze. T-shirt blu e calzoni sportivi, si presenta in piena notte in una masseria del luogo e fra pacche sulle spalle degli amici di sempre e strette di mano, parla senza filtri del complesso periodo del settore alternando il ruolo di numero uno del marchio della Losanga a quello di presidente dell'Acea. Sullo sfondo, la musica del Viva! Festival, kermesse di musica elettronica di cui Renault è partner.
"L'auto elettrica è una rivoluzione per i ricchi - dice subito - perché i costi di acquisto sono elevati e il 2035 davvero dietro l'angolo. Costruire una vettura a batteria - spiega - costa di più che costruire un'auto tradizionale per via degli investimenti, della tecnologia a bordo, dei componenti. Ma non bisogna dimenticare che, a regime, i costi di gestione sono ridotti a circa un terzo". Non nega certo De Meo che la Cina faccia la parte del leone sul mercato mondiale perché terre rare, cobalto e altri elementi necessari per la costruzione delle batterie sono nelle mani di Pechino. Ed è proprio in questo alveo che va ricondotto il recente accordo tra Renault e il colosso cinese Geely per una joint-venture paritaria in una nuova azienda che ha l'obiettivo di diventare il leader mondiale per quanto riguarda tutti i motori: termici, ibridi e a basse emissioni. Un accordo nato alla vigilia della rimodulazione dell'alleanza con Nissan, che ha portato al 15% per entrambi i gruppi la presenza e liberato risorse. Un nuovo tassello della 'Renaulution' annunciata ormai da tempo da De Meo, che però sottolinea come l'elettrico non sia la sola via per interpretare la mobilità del futuro.
Per De Meo quella attuale è semplicemente una nuova tappa dell'industria automotive che - ricorda - è tra le più longeve. "Renault quest'anno compie 125 anni, e in un periodo così lungo abbiamo visto cambiare radicalmente il settore. C'è stata l'epoca dei mercati nazionali, poi continentali, poi dell'ingresso in Europa dei costruttori americani e di quelli giapponesi. Ora è il tempo dei cinesi". Il Ceo ricorda che gli europei per fare il loro ingresso nel mercato di Pechino hanno dovuto stringere accordi e partnership, cioè fare investimenti in quel Paese. Ora, pur in una posizione dialogante e non certo favorevole ai dazi tout-court, auspica misure comuni nella gestione di questo flusso. L'incontro con la stampa è l'occasione anche per pungolare Bruxelles, quando dice che c'è una visione parziale sul futuro della mobilità, che non è solo elettrica. "Non bisogna limitarsi alla 'foto' di quel che verrà, ma guardare il 'video' puntando alla neutralità tecnologica' Passando nel ruolo di presidente dell'Acea, De Meo fa autocritica sottolineando che l'associazione dei costruttori europei di auto a volte abbia mancato di coraggio nel comunicare le alternative all'elettrico e nello spiegare come gli efuel, ad esempio, potrebbero da subito essere disponibili.
"Da sempre l'auto fa da volàno alla diffusione delle tecnologie della mobilità, ma relegare gli efuel al solo trasporto aereo come vuole l'Europa di fatto ne impedisce l'utilizzo su ampia scala e l'abbattimento dei costi". Sono gli stessi produttori di nuovi carburanti a dirlo - sostiene De Meo - ma al momento siamo avvitati in questa spirale. Non manca, ovviamente, un passaggio sull'energia e sulle diverse modalità di produzione adottate nei vari Paesi del mondo. "In Europa ha un costo più elevato perché gli standard devono essere ecocompatibili e con una impronta carbonica pari a zero. In Cina i prezzi sono più bassi perché ancora si utilizza il carbone, non ci sono limiti di inquinamento e il costo del lavoro è più basso. In queste condizioni, è come giocare a calcio in 11 contro 15. Ma la partita è questa, e noi siamo in campo". Ampia la pagina dedicata al motorsport, soprattutto ad Alpine in F1. Nei giorni scorsi il management del team è stato sostituito, alla luce dei risultati raggiunti non certo entusiasmanti. "Il Gruppo Renault è in F1 da oltre 40 anni - spiega il ceo - ma in Francia questo sport non appassiona. Il motivo è che i francesi non hanno un simbolo da tifare come Ferrari è per l'Italia. Il nostro obiettivo con Alpine è legare i colori alla passione. Un po' come quando riproponemmo la Fiat 500: fu un gancio per legare le persone alla propria storia. Perché - sottolinea - le persone vanno coinvolte". Nell'ambito della rivoluzione elettrica, infine, Renault ha recentemente messo in campo una collaborazione con Jean-Michel Jarre: padre della musica elettronica, ingegnere del suono e grande appassionato di auto, sta elaborando i suoni per 'riempire i vuoti' del motore elettrico. Sound che cambieranno a seconda delle condizioni stradali, delle conversazioni a bordo, dell'ambiente circostante. Un futuro onirico, e De Meo va in all-in.
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