Stellantis torna in Cina e investe 1,5 miliardi di euro per acquisire una quota intorno al 21% di Leapmotor, giovane costruttore specializzato in veicoli elettrici con piattaforme altamente tecnologiche e a costi contenuti. L'accordo prevede anche la nascita di Leapmotor International, una joint venture che vede Stellantis al 51% e Leapmotor al 49%, con i diritti esclusivi per l'esportazioni, la vendita ma anche la produzione delle vetture dell'azienda cinese fuori dal Paese.
"Ci vorranno al massimo due anni perché le auto di Leapmotor arrivino in Europa. E' troppo presto per dire se le produrremo fuori dalla Cina, dipenderà da cosa Leapmotor mi chiederà.
Potremmo farlo, ma la scelta sarà legata ai costi. Valuteremo di volta in volta se sarà meglio costruirle in loco anziché esportare il prodotto finito' dalla Cina", spiega l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares.
Il manager critica l'indagine avviata dalla Commissione Ue per stabilire se i veicoli elettrici cinesi più economici venduti in Europa beneficino o meno di sussidi statali. "Non è il modo migliore per affrontare le questioni globali. Dobbiamo adottare una mentalità globale. Ci piace la concorrenza a beneficio dei consumatori e a favore di una migliore mobilità", afferma Tavares che rinvia al prossimo Investor Day l'aggiornamento dei target al 2030 indicati per la Cina. .
Tavares ci tiene però a precisare che Stellantis "Non sarà il cavallo di Troia dei cinesi": "Sosterremo le loro vendite per sostenere il nostro business: se aumenteranno le loro vendite e la loro quota, anche la nostra quota aumenterà di valore.
Possiamo dire che combattiamo per il nostro interesse". Poi aggiunge: "Non vogliamo essere vittime dell'offensiva cinese, vogliamo controllare il nostro destino, e controllando le esportazioni di Leapomotor all'estero saremo noi alla guida.
L'offensiva cinese c'è, che ci piaccia o meno. Almeno possiamo controllare l'espansione di un marchio cinese e possiamo guadagnarci, sia grazie ai profitti della joint venture, sia essendo azionisti con una quota intorno al 21% di Leapmotor".
L'operazione per Stellantis ha una doppia valenza: oltre a quella di contenere l'offensiva cinese in Europa c'è il ritorno nel mercato del Dragone dopo il divorzio da Gac (Guangzhou Automobile Group) e il fallimento della società creata per produrre e distribuire vetture a marchio Jeep. "Per essere un'azienda globale Stellantis non può restare fuori dal mercato cinese. Come potremmo diventare uno dei primi gruppi al mondo senza essere presenti nel primo mercato mondiale?" .
La Borsa, però, non apprezza. Il titolo di Stellantis cede lo 0,6%, anche se i primi commenti degli analisti sono positivi.
"Crediamo che la mossa abbia assolutamente senso e rappresenti un passo intelligente di riduzione del rischio" commenta Banca Akros. A Hong Kong Leapmotor crolla del 12,5% con la 'fuga' di chi aveva investito in fase di collocamento.
Nell'incontro con la stampa Tavares assicura che anche Stellantis troverà un accordo con Uaw sul contratto di lavoro negli Stati Uniti, come ha fatto Ford, "ma non faremo pagare il suo costo ai clienti".
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