"Abbiamo dovuto fare i conti con
il rallentamento della penetrazione dell'auto elettrica nel
mercato che gli automaker europei non si aspettavano". Lo ha
detto a Termoli (Campobasso) Tommaso Pavoncello, Public Affairs
& Communication Italy di Acc, la joint venture tra Stellantis,
Mercedes-Benz e TotalEnergies che a giugno ha annunciato la
decisione di sospendere, fino a fine anno il progetto per la
gigafactory di batterie per auto elettriche nell'area
industriale della cittadina molisana. "Abbiamo dovuto
innanzitutto fare i conti con un rallentamento
dell'elettrificazione - ha detto Pavoncello in piazza Duomo tra
gli ospiti del 'Festival del sarà' - nonostante nell'ultimo anno
abbiamo fatto molto. Dall'anno scorso Acc ha acquistato 74
ettari di terreno nell'area industriale di Termoli, ha avviato i
lavori bonifica, i lavori di scavo, i carotaggi, eravamo pronti
per avviare la costruzione a maggio, giugno. La mobilità
elettrica in Europa non gode di quella salute che gli automaker
si aspettavano".
Stellantis, ha proseguito Pavoncello, "ha recentemente
annunciato che produrrà più modelli ibridi anche sul territorio
italiano, i motori di questi ibridi verranno prodotti in parte
nello stabilimento di Termoli. La manodopera che Acc doveva
assumere, riconvertire e mettere a lavorare nella Gigafactory
sarà inaspettatamente occupata a produrre motori a combustione.
E questo è un dato di fatto che non riguarda solo Stellantis, è
trasversale su tutti i produttori europei. E' una realtà
oggettiva a cui l'investimento di Termoli di Acc si è dovuto
adattare".
"Da una parte stiamo posticipando l'avvio dei lavori di
costruzione dell'impianto produttivo per accompagnare una
transizione più lenta, dall'altra quello che i nostri azionisti,
anche nostri clienti automotive, Mercedes e Stellantis, ci
chiedono, è di investire su una nuova tecnologia, una nuova
chimica che riduca il costo di questa batteria ed è quello che
stiamo facendo, utilizzando il tempo che ci dà questa
transizione più lenta per ricercare e sviluppare batterie che
costano meno".
"Posso capire che il ritardo possa generare qualche
preoccupazione o qualche nervosismo - ha concluso Pavoncello -
però sono convinto che alla fine sarà per il bene della
Gigafactory di Termoli. Perché, se vedrà allocata la produzione
di batterie con una tecnologia migliore, una tecnologia che ha
più mercato, penso che, per uno stabilimento produttivo che
dovrà essere qui trenta, quaranta, cinquant'anni, sia opportuno
vedere le cose in una prospettiva di lungo termine che è poi la
prospettiva che un'azienda che deve investire miliardi utilizza
per prendere decisioni".
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