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A settembre -10,7% le vendite di auto in Italia

A settembre -10,7% le vendite di auto in Italia

Forte calo delle vendite per Stellantis, bene le elettriche grazie agli incentivi

01 ottobre 2024, 20:13

Redazione ANSA

ANSACheck
A settembre -10,7% le vendite di auto in Italia - RIPRODUZIONE RISERVATA

A settembre -10,7% le vendite di auto in Italia - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Nel mese di settembre sono state immatricolate in Italia 121.666 auto con un calo del 10,7% su settembre 2023. I primi nove mesi del 2024 - secondo i dati del ministero dei Trasporti - chiudono invece a quota 1.202.122 immatricolazioni, con una crescita del 2,1% sullo stesso periodo del 2023. 

 Stellantis ha venduto a settembre in Italia 29.375 auto, il 33,9% in meno dello stesso mese del 2023 con la quota di mercato che scende dal 32,6% al 24,1%.
Nei nove mesi il gruppo ha immatricolato 365.286 vetture, in calo del 5,8% sullo stesso periodo dell'anno scorso. La quota di mercato è pari al 30,3% contro il 32,9% di un anno fa. 

 Le vetture elettriche, grazie soprattutto al contributo degli incentivi - spiega l'Unrae - crescono di ben il 29%, raggiungendo una quota di mercato del 5,2%: 1,5 punti percentuali in più rispetto ad agosto e 1,6 in più su settembre 2023. Le Phev (Plugin Hybrid Electric Vehicles) rimangono sostanzialmente stabili al 3,4%, portando la quota totale delle ecv all'8,6% (+1%. su settembre 2023).
"I risultati di settembre, con un secondo calo consecutivo delle immatricolazioni, ma una forte crescita delle Bev, evidenziano l'urgente necessità di rifinanziare gli incentivi per la fascia di autovetture con emissioni 0-20 g/Km di CO2, rendendo immediatamente disponibili i 240 milioni di euro di fondi residui degli incentivi 2024" commenta Michele Crisci, presidente dell'Unrae.
Crisci ribadisce anche l'esigenza di "definire al più presto sia la strategia europea per il settore automotive nel suo complesso, sia quella che il governo italiano intende adottare per accompagnare la transizione con un piano di sostegno pluriennale, per dare certezze a consumatori e imprese nelle loro scelte di acquisto" e chiede "una chiara definizione sulla strategia europea per il futuro del settore automotive". 

 Il consuntivo dei nove mesi 2024 chiude con un calo di ben il 18,1% sullo stesso periodo del 2019, l'anno che ha preceduto la crisi innescata dalla pandemia.
Lo sottolinea il centro Studi Promotor. "Mentre il prodotto interno lordo italiano ha recuperato già da tempo i livelli ante-crisi - osserva il Csp - il settore dell'auto continua a essere interessato da forti difficoltà. Proiettando i risultati dei primi nove mesi sull'intero anno, il 2024 dovrebbe chiudere con 1.603.000 immatricolazioni, livello decisamente lontano dalla situazione ante-crisi. Le immatricolazioni nell'intero 2019 sono state infatti 1.916.951 e non conforta certo il fatto che la situazione dell'Unione Europea non differisca molto da quella italiana". Anche l'inchiesta congiunturale mensile del Centro Studi Promotor a fine settembre su un campione rappresentativo di concessionari conferma la stima per il 2024: a settembre il 75% dei concessionari valuta basso il livello dell'acquisizione di ordini, il 42% dichiara alti livelli di giacenze di auto nuove invendute. L'affluenza nelle show room di potenziali acquirenti a settembre è stata bassa per il 70% dei concessionari, mentre il livello dei prezzi si mantiene elevato.
Il Csp segnala che rispetto alla situazione ante-crisi, si comprano decisamente meno auto ogni anno, ma il parco circolante continua a crescere. Nel 2019 in Italia circolavano 39.545.000 auto. Nel 2023 la cifra è salita a 40.905.000, risultato ottenuto mantenendo in esercizio auto vecchie e vecchissime che in tempi normali sarebbero state da già tempo rottamate.In questo contesto si inseriscono poi le difficoltà dell'auto elettrica in Italia e nel resto dell'Unione Europea. "E' del tutto evidente - sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - che la situazione del mercato e dell'industria dell'auto dell'Unione Europea richiede che al massimo livello istituzionale Ue non sia sufficiente pensare di anticipare di un anno il punto sulla transizione energetica prevista per il 2035, ma è indispensabile si affronti la crisi dell'auto senza pregiudizi e con il realismo e il coraggio necessari". 

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