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Umberto Palermo, 'Mole Urbana riporterà in Italia le utilitarie'

Umberto Palermo, 'Mole Urbana riporterà in Italia le utilitarie'

Aumento di capitale finanziato da Cdp, Finpiemonte e marchigiani

TORINO, 30 dicembre 2024, 11:33

Redazione ANSA

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(di Amalia Angotti) "Mole Urbana unisce Piemonte e Marche, due regioni d'eccellenza nel settore manifatturiero in grado di coniugare tradizione e visione per il futuro. Ci permetterà di realizzare le Keicar, le mini auto giapponesi che poi sono le vecchie utilitarie d'un tempo". Così Umberto Palermo, designer di origini siciliane e torinese d'adozione, spiega le radici del progetto pronto a decollare nel 2025 grazie all'aumento di capitale da 3,5 milioni di euro sottoscritto da Cdp Venture Capital, da Finpiemonte e da industriali e investitori marchigiani.
    "Il progetto - spiega Palermo - parte dall'esigenza di rivedere i processi produttivi per restituire all'automobile semplicità e utilità che ormai si sono perse. Per produrre Mole Urbana non servono grandi industrie ma nanofactory". I siti produttivi, complementari, saranno due: a Orbassano (Torino) dove la nanofactory già operativa nasce da un recupero immobiliare tramite il Mise, e a Fabriano (Ancona). "Il sito torinese - racconta il designer - servirà per evadere ordini dal Centro Nord d'Italia e in futuro del Nord Europa, Fabriano quelli dal Centro Sud e dai paesi del Mediterraneo. A Orbassano proseguiranno anche con Up (Umberto Palermo Design) le attività di centro stile, di sviluppo ingegneristico e prototipi, oltre allo sviluppo di one off con il marchio Mole Costruzione Artigianale. Fabriano é strategica per la filiera di fornitura legata anche all'elettrodomestico e nelle Marche vengono realizzate tutte le parti metalliche, la termoplastica, le pressofusione e selleria".
    Il rapporto con Gian Mario Spacca? "In lui si vede come l'amore per il proprio territorio possa diventare una missione di vita. Non a parole, ma investendo. La sua credibilità ha fatto sì che altri industriali credessero nel progetto" dice Palermo. "Abbiamo incontrato tanti ostacoli, a partire dalla fisiologica resistenza al cambiamento. Per decollare è stato fondamentale l'intervento di Cdp, l'incontro con persone di grande lungimiranza in un momento molto delicato per l'automobile". Punti di forza del progetto? "E' tutto italiano, dal disegno alla progettazione alla produzione alla filiera di componenti e di forniture. Poi la sostenibilità, il prezzo.
    Punto debole? E' un'azienda giovane, ma attenta a non fare errori", sottolinea.
    Si parla di Mole Urbana da quasi cinque anni, non é troppo? "Per chi non conosce il settore - spiega il designer - sembra un'eternità, ma i tempi per lo sviluppo di un prodotto, in questo caso di undici modelli, sono questi anche per le case affermate. Non dimentichiamo che siamo partiti dall'idea di un designer, sviluppata da un centro stile con limitate risorse economiche e siamo riusciti a ottenere la licenza costruttori.
    Poi abbiamo realizzato il primo stabilimento, smaltendo diecimila metri quadrati di amianto e piazzando 8.000 metri quadrati di pannelli solari. Quindi la parte finanziaria. Ora siamo pronti. In questo tempo abbiamo affinato un piano industriale dettagliato, sostenuto dal fatto che c'è una forte domanda da parte dei consumatori. Il tempo non deve essere considerato un nemico, ma lo strumento per una sana evoluzione del progetto".
   

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