Il concessionario britannico di auto di lusso Clive Sutton si è visto respingere dall'Alta Corte la causa intentata contro AC Cars per l'uso di questo nome peraltro registrato nel Regno Unito. La controversia aveva avuto origine quando Clive Sutton - importando modelli ‘imitazione’ dagli Stati Uniti - aveva iniziato nel 2021 e 2022 a pubblicizzarli come Cobra.
Nel maggio dello scorso anno Acedes Holdings e AC Cars avevano presentato una denuncia di violazione contro Clive Sutton che, a sua volta, aveva affermato che il possesso del marchio AC Cars non era valido a causa dei diritti precedenti rivendicati da Ford Motor Company e del mancato utilizzo da parte di AC Cars. Ma questa azione era stata interrotta con il ritiro della denuncia poco prima che il caso andasse in tribunale. Restava però il problema della proprietà del brand e il concessionario britannico di auto di lusso Clive Sutton - sostenuto durante l’azione da Carroll Shelby Licensing Inc e Superformance LLC, entrambe statunitensi - aveva cercato a questo punto di far cancellare il marchio AC Cobra dal registro del Regno Unito basandosi sulle citate affermazioni.
Ora la questione si è chiusa perché alle tesi di Sutton sono state respinte nella sentenza finale dal giudice d'onore dell'Alta Corte Richard Hacon che ha archiviato il caso. A seguito della sentenza, AC Cars - in qualità di legittimo proprietario del marchio AC Cobra nel Regno Unito - continuerà a proteggere l'autenticità delle vere auto col brand AC, nonché gli investimenti fatti dai suoi clienti. "Siamo lieti della sentenza - ha commentato l'amministratore delegato di AC Cars, David Conza - poiché conferma il nostro desiderio e impegno a proteggere i nostri marchi e la proprietà intellettuale. E a non consentire agli imitatori dei nostri prodotti di beneficiare del patrimonio storico della marca. Proteggendo dunque i nostri clienti che possiedono auto AC Cobra autentiche”.
Le auto vendute da Clive Sutton erano repliche del modello Cobra del 1965, le cui carrozzerie erano prodotte dopo il 2020 in Sud Africa e poi esportate negli Stati Uniti per il montaggio dei motori. Le auto venivano poi registrate in Usa come kit car e inviate nei mercati di esportazione Regno Unito compreso.
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