L'imposizione di dazi sulle
auto elettriche cinesi da parte dell'Ue ha ripercussioni sulle
economie europee che hanno importanti settori manifatturieri
automobilistici. Secondo uno studio del Fondo Monetario
Internazionale, se la quota di mercato dei produttori cinesi
sale di 15 punti in cinque anni per Germania, Francia e Italia
le perdite complessive saranno dello 0,15% del pil. Nel caso di
dazi i risultati per il Pil saranno "peggiori" Con tariffe al
25% le perdite complessive di Germania, Francia e Italia
sarebbero dello 0,18% del Pil. Con dazi al 100% invece sarebbero
dello 0,46% del Pil.
Nello studio il Fmi valuta due scenari. Uno, chiamato
'EV-shock scenario', che prevede un aumento della quota delle
auto cinesi sul mercato europeo di 15 punti percentuali in
cinque anni e l'altro con l'imposizione di dazi al 25% e al 100%
sulle vetture elettriche Made in China. E osserva come i dazi
più alti elimineranno anche molti dei guadagni delle economie
europee che non hanno significative per la produzione
automobilistica.
I Paesi dell'Europa centrale e sud orientale, molto
dipendenti dal settore automobilistico, pagheranno un prezzo più
elevato di Germania, Francia e Italia nel caso di un aumento
della quota di mercato dei veicoli cinesi di 15 punti in cinque
anni. La Repubblica Ceca e l'Ungheria registreranno infatti
perdite rispettivamente dell'1,2% e dell'1,6% del Pil, incluse
perdite considerevoli della forza lavoro.
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