"A Stellantis oggi chiediamo che si
assuma la responsabilità sociale del rilancio dell'auto
italiana". È quanto ha affermato, secondo quanto si apprende, il
ministro Adolfo Urso nel corso del tavolo Stellantis al Mimit al
quale partecipano per conto dell'azienda la vicepresidente della
comunicazione di Stellantis Italia, Daniela Poggio, il
responsabile delle risorse umane e della relazioni industriali,
Giuseppe Manca, e la managing director, Antonella Bruno.
Presenti i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Ugl
metalmeccanici, Acqcfr, Fismic, Anfia, e Regioni dove sono
presenti gli stabilimenti del gruppo (Piemonte, Basilicata,
Campania, Lazio, Molise, Abruzzo, Emilia-Romagna).
"Gianni Agnelli - ha proseguito il ministro Urso citando le
parole dell'Avvocato - disse: 'Tutto quello che ho, l'ho
ereditato. Ha fatto tutto mio nonno. Devo tutto al diritto di
proprietà e al diritto di successione, io vi ho aggiunto il
dovere della responsabilità'. Chiediamo un vero, significativo e
chiaro piano industriale, che entri nel dettaglio di ogni
stabilimento in Italia e che preveda un significativo aumento
degli investimenti nel nostro Paese. È questa la posizione del
sistema Italia non solo del governo". Secondo Urso "come
dimostrano le mozioni parlamentari approvate alla Camera e lo
stesso sciopero dei sindacati, vi è una condivisione generale,
una piena unità di intenti, dal Parlamento ai sindacati, dalle
Regioni alla filiera della componentistica, tutti chiediamo
insieme che Stellantis si impegni concretamente per il rilancio
dell'industria dell'auto e per la salvaguardia dei posti di
lavoro. Il sistema Italia, non questo governo o questo ministro,
chiede a Stellantis con forza di scommettere sul nostro Paese.
Di dare all'Italia quello che l'Italia ha dato alla Fiat. Se il
piano industriale risponderà a queste esigenze noi ci siamo,
daremo il massimo sostegno". Sempre secondo quanto si apprende a
detta di Urso, "servono indicazioni e dati precisi, impegni
sulle risorse e sui nuovi modelli, investimenti sulla ricerca e
sulla formazione, sulle nuove piattaforme produttive e quindi
sulla componentistica. Serve un piano Italia, chiaro e
strategico. Noi siamo disposti a mettere in campo ciò che è
necessario per sostenere questo sforzo, con politiche nazionali
appropriate, anche per quanto riguarda l'energia, e con
politiche europee adeguate. Abbiamo cambiato il regolamento Euro
7, ora abbiamo più forza per cambiare il percorso del green
deal. Ma dobbiamo sapere subito se Stellantis crede nell'Italia
e scommette davvero sull'Italia. Basta polemiche - ha concluso -
ma anche basta elusioni".
Da parte sua Daniela Poggio, vicepresidente Communication &
Public Affairs di Stellantis Italia, ha affermato che
"Stellantis ha un piano per l'Italia e lotteremo per difendere
la nostra leadership". "In questo momento di transizione - ha
aggiunto Poggio - le politiche che garantiscono la stabilità
delle regole sono più importanti che mai e i target del 2025
erano noti fin dal 2019, in quanto sono rimasti gli stessi
decisi nella legislazione europea 2014-2019. Modificare ora gli
obiettivi avrebbe effetti negativi perché l'industria
automobilistica opera su tempi molto lunghi. Il piano strategico
Dare Forward 2030 prevede la decarbonizzazione entro il 2038 sia
dei veicoli sia dei processi produttivi e di raggiungere entro
il 2030 la vendita del 100% di veicoli elettrici in Europa e il
50% in Usa. Un investimento di 50 miliardi di euro e quattro
piattaforme native elettriche, ma capaci di accogliere le
trazioni endotermiche. Modificare la regolamentazione in corsa
non è una buona idea perché il mondo non tornerà indietro sulla
elettrificazione e l'Italia è un Paese esportatore".
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